“Nardella ha patrocinato, nei suoi due anni da sindaco, di tutto. Da mostre a pagamento, poi fallite come Flora Firenze, ad eventi privati di lusso come quello che si è svolto a metà maggio in Palazzo Vecchio. Una reunion di yachtisti plurimilionari. Però niente per il Pride di sabato e per l’iniziativa di Amnesty e Arci su Magherini e il reato di tortura. E’ una vergogna”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, commenta le ultime decisioni dell'amministrazione comunale fiorentina aggiungendo che “gli yachtisti hanno potuto risparmiare 90mila euro di affitti, visto che per tre giorni hanno usato le sale di Palazzo Vecchio rimborsando solo la sorveglianza e le utenze. E più recentemente, in occasione di Pitti, Nardella ha deciso di concedere un patrocinio per una cena di beneficenza organizzata su invito dal ricco Panconesi, che non ha portato un euro nella casse del Comune o della Regione”.
“Quindi non sbagliamo se affermiamo che – continua Grassi – va bene qualunque iniziativa basta che si tratti di amici o soggetti che possono essere utili in futuro. E che soprattutto abbiano tanto denaro. Mentre non sono ascoltate tutte quelle persone che rivendicano diritti o che chiedono giustizia e verità. E allora perché se il regolamento in vigore definisce il patrocinio come la manifestazione di apprezzamento e di adesione morale ad una singola iniziativa promossa da Enti, Associazioni, organizzazioni pubbliche e private, Nardella usa due pesi e due misure?”.
“Per settimane ci siamo sentiti raccontare da autorevoli esponenti della maggioranza che da sempre il Comune di Firenze – incalza il capogruppo – non ha concesso il patrocinio a manifestazione con carattere politico manifesto o intrinseco. Ma non c'è cosa più falsa di questa. Dal momento che si è deciso di sostenere iniziative davvero discutibili”.
Grassi spiega che "nel regolamento si dice anche che può essere concesso dal Sindaco a quelle iniziative e manifestazioni che coinvolgano parte o tutto il territorio comunale o abbiano una rilevante ricaduta per il territorio e la comunità cittadina e che presentino almeno uno dei seguenti requisiti: a) siano pertinenti ai settori di attività di competenza dell’Ente; b) siano corrispondenti alle esigenze di particolare valore sociale, morale, culturale, celebrativo, educativo, sportivo, ambientale ed economico che il Comune di Firenze rappresenta”.
“Cosa devono pensare i fiorentini allora? Che il Pride non abbia ricaduta sul territorio mentre la cena sull'Arno di Bridge of Love si? Nardella ci ripensi – conclude Grassi – ha ancora qualche ora per rimediare alla sua figuraccia”.
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