Rubavano gasolio dai depositi per piazzarlo sul mercato nero a prezzi di favore. Quattro rumeni, con base a Cerveteri (Roma), in poco più di due anni hanno messo a segno oltre venti colpi, ricavandone dalla vendita a due ricettatori, un italiano e un moldavo, oltre un milione e mezzo di euro. Con buona pace per l’erario, tutti stamane sono stati neutralizzati dai poliziotti della squadra di polizia giudiziaria del Compartimento Polstrada della Toscana, coordinati dalla Procura di Prato. Durante l’operazione, cui hanno partecipato anche militari della Guardia di Finanza, ai sodali della banda, accusati di associazione per delinquere, è stato notificato l’obbligo di dimora col divieto di uscire all’imbrunire disposto dal Gip di PratoSilvia Isidori,su istanza del Pubblico Ministero Laura Canovai.
I rumeni, tra i trenta e i quaranta anni, pianificavano i piani nei minimi dettagli. La mattina monitoravano i depositi da depredare, per studiare il posizionamento delle telecamere e degli altri sistema di vigilanza. Di notte passavano all’azione con il volto travisato. Se all’interno del deposito non vi erano camion da usare per portare via il gasolio, ne rubavano un altro prima di raggiungere l’obiettivo. E sapevano pure come travasare, senza correre rischi, il carburante dagli impianti alle cisterne. Completato il carico, due della banda salivano sul camion per condurlo a destinazione, mentre gli altri due facevano da staffetta al mezzo con un’auto pulita. Anche il profilo dei loro ricettatori non doveva destare sospetti. Infatti, il gasolio era venduto a due incensurati imprenditori, che lo celavano in cisterne interrate, usandolo per alimentare a basso costo gli impianti e i mezzi delle loro aziende nel Lazio.
Ma i progetti della banda sono evaporati, come il carburante all’aria. I malfattori non potevano sapere che, lavorando tra Prato e Firenze, avrebbero dovuto fare i conti con la Polstrada della Toscana, che aveva ricevuto l’input per reprimere il fenomeno dalla Direzione Centrale delle Specialità e dal Servizio Polizia Stradale del Dipartimento P.S. Gli investigatori hanno annusato le tracce dei ladri dal primo furto, avvenuto nel 2013 presso la Nova Petroli di Calenzano. Quella notte, dopo il colpo l’autocisterna si guastò e fu abbandonata piena dopo Firenze sud, sull’A/1, con 40.000 litri di gasolio. I poliziotti, esaminando telecamere, telepass e celle telefoniche, hanno concentrato l’attenzione su un’Audi verde, con targa bulgara. La macchina era entrata in autostrada a Calenzano pochi minuti prima del ritrovamento del camion e, dopo qualche ora, era transitata sul raccordo anulare di Roma. La pista era buona, pur se tortuosa. Composto il puzzle, la Procura di Prato ha autorizzato l’intercettazione dei telefoni in uso alla banda.
Grazie a mesi di appostamenti, pedinamenti, tanta esperienza e un tocco di tecnologia, i poliziotti, oltre a scoprire i furti di gasolio, hanno trovato conferme pure sull’autore, nel 2014 a Ladispoli (Roma), di un tentato omicidio. La banda voleva salire di livello, passando a sventrare i bancomat con l’acetilene. La tecnica l’avevano appresa da un connazionale, evaso dai domiciliari, poi arrestato a fine 2014 dalla Questura di Viterbo. Ora, sul business del “FREE OIL” è calato il sipario: la Procura di Prato e la Polstrada Toscana hanno messo lo “STOP”. Gli investigatori hanno fiutato la pista giusta anche senza l’aiuto dei cani poliziotto.
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