Avrebbero organizzato l'incendio di un rimessaggio di barche all'isola d''Elba per dare la possibilità alla titolare di saldare un debito di circa 60mila euro con quanto incassato dall'assicurazione. Lo ha scoperto la Guardia di finanza di Firenze che ha arrestato cinque persone, due in carcere e tre ai domiciliari. Per tutti il reato contestato è il concorso in tentata estorsione.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle, infatti un imprenditore di Piombino, che sarebbe stato a capo del gruppo criminale, avrebbe deciso di incendiare il rimessaggio per riscuotere dalla titolare un pregresso credito di 60 mila euro. La donna lo avrebbe contratto dopo un'operazione imprenditoriale, finita con un fallimento. Per provocare l'incendio l'imprenditore piombinese avrebbe chiesto l'aiuto anche di un uomo di origini siciliane, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, da tempo residente in Francia. L'uomo, anch'egli destinatario degli arresti in carcere, avrebbe dovuto appiccare le fiamme, in cambio di un compenso di 5 mila euro.
La preparazione del gesto intimidatorio, con l'acquisto del materiale incendiario e degli inneschi, tra cui benzina, legname, lana e fogli di giornale, è stata però monitorata dai finanzieri del Gico di Firenze, attraverso pedinamenti, sopralluoghi. Così gli uomini delle fiamme gialle sono intervenute prima che il gruppo passasse all'azione con i provvedimenti restrittivi disposti dal gip di Livorno Antonio Del Forno su richiesta del pm Daniele Rosa.
Nei confronti dell'uomo di origine siciliana, già noto alle forze dell'ordine anche per fatti analoghi, è stato emesso un mandato d'arresto europeo.(ANSA).
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