Botta e risposta tra gli occupanti abusivi di via Spaventa e il Comune di Firenze che non accetta i diktat messi nero su bianco dai migranti e dal Movimento lotta per la casa.
Nei giorni scorsi in una lunga lettera aperta Padre Ennio Brovedani invitava i somali scampati al rogo dell'ex mobilificio Aiazzone di Sesto Fiorentino a lasciare l'immobile di proprietà dei gesuiti. Ieri i migranti e il Movimento lotta per la casa, dopo un'assemblea interna, hanno fatto il punto della situazione e scritto a loro volta una lettera aperta. “Noi da qui non ce ne andremo senza una soluzione abitativa stabile e dignitosa”. La sintesi della missiva. “Chi oggi ci chiede di lasciare lo stabile per concluderne la vendita per 6 milioni di euro – sottolineano riferendosi ai gesuiti - è la stessa persona che fino a qualche giorno fa vantava su tutti i giornali la scelta di mettere le persone prima dei soldi”. “Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità - prosegue la nota - il Comune, la prefettura e la proprietà dell'immobile. Come abbiamo fatto fin dal primo giorno ribadiamo la richiesta di un tavolo inter-istituzionale in cui venga accettata la nostra delegazione per trovare una soluzione condivisa”.
Secca e ferma la risposta di Sara Funaro, Assessore ad Accoglienza e Integrazione del Comune: “Noi non trattiamo e non dialoghiamo con chi fa dell'illegalità una scelta di vita. E trovo alquanto bizzarra la richiesta di un tavolo inter-istituzionale da parte del Movimento di lotta per la casa con la partecipazione di una loro delegazione per trovare una soluzione condivisa agli occupanti di via Spaventa. Occupare abusivamente immobili e poi pretendere di avere una casa in via definitiva è una richiesta che non sta né in cielo né in terra”.
“Ribadisco – aggiunge Funaro – che gli alloggi erp (edilizia residenziale pubblica, ndr) vengono assegnati a chi ne ha diritto, a chi è in graduatoria e non a chi non rispetta le regole e non ha i titoli. Al Movimento vorrei anche dire che non prendiamo lezioni da loro. Se ne facciano una ragione: noi ci confrontiamo con le Istituzioni e non con chi ha deciso di non rispettare le regole, pretendendo di avere una casa a discapito di tanti cittadini che sono in graduatoria in attesa di assegnazione”. "La maggior parte delle persone che accettano l'accoglienza e seguono i percorsi di integrazione – conclude l'Assessore – riesce a trovare lavoro e a farsi una vita, rispettando le regole della comunità”.
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