Chiuse le indagini per la morte di Sofia Salomoni, la 22enne di Londa deceduta lo scorso 28 gennaio dopo essere caduta in un dirupo da un'altalena costruita artigianalmente in una casa di campagna a Vicchio del Mugello (Firenze).
Oltre al proprietario dell'abitazione e al figlio, iscritti sul registro degli indagati dalla pm Ester Nocera già nelle prime fasi dell'inchiesta, è indagata anche un'infermiera di 46 anni in servizio alla centrale operativa del 118 di Firenze, accusata anche lei di omicidio colposo.
Secondo l'accusa la donna, responsabile di definire il tipo di intervento ottimale, avrebbe omesso di inviare sul posto l'elisoccorso, ignorando il protocollo operativo della Regione Toscana che ne prevede l'invio in caso di 'caduta dall'alto e politrauma', attivando invece un'ambulanza senza medico a bordo.
In questo modo, sempre in base all'accusa che le viene contestata, avrebbe determinato un ritardo dei soccorsi di circa due ore dalla richiesta di intervento, che sarebbe poi risultato fatale alla 22enne, morta per shock emorragico conseguente alla rottura della milza.
Inoltre, l'assenza del medico a bordo dell'ambulanza e la mancanza di un ecografo avrebbero pregiudicato la possibilità di valutare correttamente la gravità della situazione, anche al fine di valutare di portare la giovane, che morì durante il trasporto a Careggi, nell'ospedale di Borgo San Lorenzo, molto più vicino.
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