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Operazione della Municipale

Firenze, individuati 6 graffitari, rischiano fino a 3 anni di reclusione

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Rischiano fino a 3 anni di carcere, i sei graffitari scoperti e denunciati a piede libero dalla Polizia Municipale di Firenze.

L’operazione, condotta dagli agenti di una squadra creata appositamente per contrastare questo fenomeno, è stata illustrata questa mattina a Palazzo Vecchio dall’assessore alla sicurezza urbana e alla Polizia Municipale Federico Gianassi, insieme all’assessore all’ambiente e al decoro Alessia Bettini e al comandante polizia municipale Marco Andrea Seniga.
«Le indagini sono partite nell’estate scorsa – ha spiegato il comandante Seniga – ed hanno già portato ad alcune perquisizioni. Stiamo lavorando in maniera strutturata con la procura: una serie di figure sono state individuate ed abbiamo già eseguito alcune perquisizioni. Tra i reati ipotizzati il danneggiamento aggravato visto che sono stati imbrattati immobili del centro storico, luoghi di culto e strutture destinate al trasporto, come autobus e vagoni ferroviari».
«Un conto è la ‘street art’, che è un filone dell’arte contemporanea e che vogliamo tutelare – ha sottolineato l’assessore Bettini – per questo ad aprile individueremo, con un apposito regolamento, spazi adatti per i writers. Poi ci sono le scritte vandaliche sui palazzi storici che rappresentano, invece, un danno gravissimo al patrimonio. Vogliamo essere una città che si apre ma nel rispetto delle regole».
«L’Amministrazione – ha dichiarato l’assessore Gianassi – non può tollerare il fenomeno illegale rappresentato dal deturpamento degli immobili pubblici e privati. Ma c’è anche l’apertura del Comune a consentire, regolamentate, forme artistiche le più libere ed eterogenee. Grazie alle nuove norme gli artisti potranno esprimersi in appositi spazi. Chi imbratta provoca un danno che ogni anno costa ingenti risorse alle casse pubbliche».
Gli investigatori hanno subito realizzato censimento capillare degli ‘attacchi’ dei vandali nel centro storico, un migliaio in tutto. Intere piazze e strade, tra le meno frequentate (come piazza dei Tre Re, via Pandolfini, via dell’Ulivo) erano coperte da tag (nome in codice che i graffitisti usano per distinguersi, identificandosi in maniera inequivocabile), disegni, adesivi degli ‘sticker art’ (i messaggi o le immagini vengono veicolate con adesivi), tanto da impedire in tali casi un conteggio analitico esaustivo (in tali casi veniva conteggiata la porzione di muro ogni due metri come singolo attacco).
Partendo da tale data base gli agenti della speciale squadra della municipale hanno esteso la propria attenzione al resto dei quartieri fiorentini, con ripetuti passaggi nelle zone maggiormente preferite dagli imbrattatori.
Questa ricognizione a portato a definire un database di circa 120 tag di writer e 17 crew (una crew è un gruppo, spesso composto da amici, legati dal writing ma non solo ed esclusivamente da questo; molte volte il nome di una crew è un acronimo, che può anche avere più di un significato) attive su Firenze.
Contemporaneamente sono stati presi contatti con la società che gestisce la tramvia e con le Ferrovie dello Stato, per avere ulteriori notizie sull’attività dei writer sui mezzi di trasporto pubblico. Infine, sono state censiti anche i sistemi di videosorveglianza privati esistenti nel centro fiorentino, che, congiunti a quelli pubblici, costituiscono una rete informativa molto utile.
All’inizio dell’estate del 2015 la procura ha dato indicazioni operative attraverso le quali è stato possibile, tra l’altro, reperire elementi di prova raccolti nel corso di indagini analoghe, svolte negli anni passati.
Lentamente, attraverso strumenti di indagine tradizionali come il pattugliamento, la rete di riferimenti creata sul territorio, le testimonianze, gli appostamenti, assieme a strumenti più moderni come lo scandagliamento sistematico del mondo dei social e l’analisi profonda delle immagini postate, ha permesso lentamente di attribuire un nome certo a molte delle tag rinvenute.
A luglio la squadra ha denunciato il primo writer che aveva tempestato nell’arco di pochissimi mesi tutta la zona di piazza Dalmazia.
Fin da subito, però, l’attenzione è stata posta sulle crew più attive e moleste, presenti sul territorio. Fra queste spiccava una crew molto attiva sia nel bombing (consiste nel coprire numerose superfici con tag, semplici e veloci da realizzare) contro i treni che nel fare pezzi enormi sulle facciate dei palazzi. Nell’agosto e settembre alcuni suoi componenti hanno anche ripetutamente colpito con la loro tag le vie del centro fiorentino.
L’obiettivo principale è stato identificare il loro leader, astro nascente del panorama fiorentino e vero riferimento per gli adolescenti che si avvicinano a tale “arte”.
L’identificazione del soggetto e del suo partner ha portato alle prime due perquisizioni, nelle quali oltre a considerevole materiale informatico (circa 90 giga di immagini, rubriche telefoniche e messaggi), ha portato anche al sequestro di una discreta quantità di marijuana, per un totale stimato dalla polizia scientifica di 178 dosi spendibili sul mercato.
Successivamente sono state eseguite altre due perquisizioni, a carico di noti writer, tra cui un soggetto, ex membro di una crew diversa da quella su cui si è posta l’attenzione investigativa, attualmente partner del primo indagato per i numerosi attacchi ai treni, nonché di un writer storico, responsabile nello scorso agosto, assieme ad un analogo gruppo francese, di un esteso bombing da viale Talenti fino a via Calzaiuoli.
Le informazioni raccolte durante tali perquisizioni stanno permettendo di definire le responsabilità di ordine penale, individuali dei singoli membri della crew.
Le indagini sono ancora in corso, nella direzione indicata dalla procura: «l’obiettivo – ha spiegato il comandante Seniga – è quello di delineare la complessa rete di rapporti che legano gli appartenenti a questi gruppi, formati prevalentemente da giovani e giovanissimi, coinvolti ormai in un fenomeno di dimensioni globali che va distinto da eventuali manifestazioni artistiche che, al contrario, meritano attenzione e l’individuazione di percorsi nella legalità».

 

QUI la relazione sulle indagini

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