"Non si può negare che in condizioni normali e non davanti ad una ricostruzione che deve avvenire ad opera d'arte e in una corsa contro il tempo, non avrebbe avuto senso lavorare 24 ore su 24 con macchine e lavorazioni assai rumorose a pochi metri dalle abitazioni.
Sul Lungarno Torrigiani sarebbe impensabile imporre anche il benché minino rallentamento dei lavori per ridurre i disagi alla cittadinanza che anche d'estate vive nelle case immediatamente prospicienti l'Arno ma non è altrettanto utile disinteressarsi del disagio dei fiorentini." Lo afferma il Capogruppo in Consiglio Comunale di Firenze Riparte a Sinistra Tommaso Grassi.
"Proprio in virtù dalla eccezionalità della situazione e non essendo lavorazioni per rumore e intensità neppure paragonabili a quelle che vorremmo poter vedere lungo i cantieri della tramvia - prosegue - affinché le lavorazioni fossero il più celeri possibile, liberate strade e piazze dai cantieri e finalmente messa in funzione anche le linee 2 e 3 della tramvia riteniamo che nel caso del Lungarno sia necessaria una risposta altrettanto eccezionale: venga proposto alle famiglie e in particolar modo a coloro che hanno anziani o minori che soffrono maggiormente i disagi l'opportunità di accettare fino alla fine delle lavorazioni una collocazione in altri alloggi messi a disposizione dal Comune e pagati con i fondi della ricostruzione dell'argine."
"Non riteniamo in alcun modo sia possibile rallentare il ritmo dei lavori sul Lungarno: l'obiettivo della messa in sicurezza dell'argine deve esser raggiunto entro inizio ottobre e nessuno può pensare che si debba mettere a rischio la tenuta dell'intero argine e la sicurezza dell'area fiorentina quando con le prime piogge aumenterà il flusso dell'acqua dell'Arno. Le lavorazioni - conclude - devono procedere celermente e non ci possiamo permettere di ricostruire l'argine in modo approssimativo".
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