"Se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare. Con questo pensiero manzoniano si può descrivere cosa sia passato per la testa al sindaco Nardella. Stamani, infatti, ha deciso in un sol colpo, di revocare la concessione di una sala delle Murate e di non rispondere (quindi negare) il patrocinio all'iniziativa “Tortura in Europa e in Italia: una questione di diritti umani” ”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, commenta gli ultimi atti di Nardella. E incalza: “Non potrà dire che l'evento promosso da Amnesty International e Arci Firenze divide la Città. Perché questa è la scusa più gettonata negli ultimi giorni quando non sa come motivare il diniego a iniziative che corrispondo a patrocini di valore".
"Se non è scegliere e schierarsi cosa è la politica? – continua Grassi – Noi siamo per quella fatta al fianco dei cittadini. E non chiuso in una stanza. Troppo spesso sentiamo invocare il famigerato 60% dei consensi alle elezioni, soprattutto quando c'è da votare un qualsiasi atto in Consiglio, ma se vivessero sul serio Firenze capirebbero che il vento è cambiato”.
Il consigliere dell'opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio aggiunge: “Quando si tratta di difendere i più deboli, sia che essi siano fasce della popolazione che rivendicano dei diritti o delle morti, sulle quali è giusto interrogarsi sulle cause, chiedendo verità e giustizia, si preferisce mettere il silenziatore negando sostegni, spazi e persino patrocini che non costano nulla".
"Nardella torni sui suoi passi – conclude Grassi – faccia un passo verso le due associazioni che hanno organizzato l'iniziativa sul reato di tortura, altrimenti ci perde la faccia. Il sindaco di una comunità, ha l'obbligo morale di fronte ad una morte come quella di Magherini, di consentire che se ne parli liberamente in sedi pubbliche con il sostegno delle istituzioni. Altrimenti tradisce i principi stessi della sua missione istituzionale”.
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