Come nel suo stile il sindaco di Firenze Matteo Renzi affronta di petto la questione del patto di stabilità imposto dal governo. Le aziende hanno bisogno di riscuotere dal Comune e non si può più prolungare l'attesa in questo periodo di crisi.
Per questo il sindaco si è detto pronto a violare il patto di stabilita. ''Io sono pronto - ha dichiarato il primo cittadino - insieme ad altri sindaci, a metterci la faccia e non solo la faccia. Quello che deve essere chiaro è che il Governo non può non rendersi conto che se vuole una misura per la crescita, ha la prima già a portata di mano: sblocchi il patto di stabilità almeno per le infrastrutture''.
La conseguenza della violazione comporterebbe la riduzione di un terzo dell'indennità del sindaco, "ma io sono disponibile - spiega Reanzi - a tagliare 15mila euro del mio stipendio, che pesano sui 50mila annui, purché la mia città possa vedere le aziende che finalmente riscuotono dal Comune - ha aggiunto Renzi -. Il problema vero è che c'è l'incognita dei minori trasferimenti per l'anno successivo che sarebbe inaccettabile".
L'inquilino di Palazzo Vecchio ha poi ricordato che "il Comune di Firenze ha in cassa 92 milioni, ha fatture già pronte per essere liquidate per almeno 25 milioni, ma secondo il patto di stabilita' del Governo potrebbe spenderne solo 9 milioni'', il che ''è assurdo - ha sottolineato - soprattutto in un momento come questo di crisi dell'economia''.
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