La cultura, la musica, la politica, il cinema, le speranze di una generazione a cavallo degli anni ’70 in Italia, raccontati attraverso gli occhi di Tommaso, Alice e Marcello, tre ragazzi che crescono intorno allo storico Universale, sala cinematografica fiorentina, nel quartiere di San Frediano.
E’ questo “L’Universale”, il film di Federico Micali, che uscirà al cinema il 14 aprile distribuito da L’occhio e la luna con il supporto de Lo Scrittoio. L’anteprima si terrà al Teatro Verdi di Firenze (via Verdi) il 12 aprile alla presenza del cast e dal 14 sarà al cinema Stensen (viale don Minzoni, 25) e allo Spazio Alfieri (via dell’Ulivo, 6).
"Il teatro degli eventi del cinema Universale - ha detto Federico Micali oggi a Firenze - è un luogo ideale per raccontare una intera generazione".
Il film è stato scritto insieme a Cosimo Calamini (giovane sceneggiatore fiorentino) e Heidrun Schleef, una delle più note sceneggiatrici italiane, Palma d’oro a Cannes con Nanni Moretti. Il film ha ottenuto i finanziamenti del fondo cinema della Regione Toscana (per lo sviluppo nel 2009 e per la produzione di opere prime nel 2011) e del Ministero per i Beni e le attività Culturali (Mibac). L’Universale è stato ricostruito in un vecchio cinema di Pontassieve (il cinema Italia) dove la storica sala di San Frediano, in via Pisana, chiusa nell’89, rivive gli episodi che hanno contribuito a crearne il mito: dall’ “abburracciugagnene” all’ingresso in sala di una Vespa. A Pontassieve sono state girate anche le scene della Rokkoteca Brighton, palcoscenico del primo concerto dei Litfiba. Molti i ciak anche nelle strade del quartiere di San Frediano e sui lungarni di Firenze.
I protagonisti sono Tommaso, il figlio del proiezionista della sala (interpretato da Francesco Turbanti, classe '88, di Grosseto) e i suoi amici Alice (Matilda Lutz, attrice italo-americana, classe '92) e Marcello (Robin Mugnaini, classe '87, di Siena). Nel cast anche Claudio Bigagli (il proiezionista, padre di Tommaso), Paolo Hendel, nei panni del programmatore del cinema (“il programmista Ginori”), e Vauro, che interpreta Ivo Tanturli, padre di Marcello e comunista di ferro; oltre a Maurizio Lombardi (il padre di Alice, nonché frequentatore assiduo del cinema), Anna Meacci (la mitica cassiera), Roberto Gioffré (la maschera storica), Ilaria Cristini (la barista) e Francesco Mancini (la nuova maschera). E per la prima volta sullo schermo i giovanissimi Edoardo Pagliai, Gea Dall’Orto e Andrea Francini. La colonna sonora è affidata alla Bandabardò.
Trama
Il film racconta, quindi, la storia di tre amici: Tommaso, Marcello e Alice, dei loro destini che s’intrecciano, si lasciano e poi si ingarbugliano di nuovo, in una serie di avventure a cavallo degli anni 70 e che incarnano i sogni le illusioni e le sconfitte di una generazione. Ma questa è anche la storia di un cinema di Firenze - l’UNIVERSALE, appunto - e di tutti i personaggi che in quel periodo ci gravitavano intorno: all'Universale infatti il vero spettacolo non era il film ma il pubblico e il "Cinema" riusciva ad essere allo stesso tempo sia il luogo che la pellicola, in una fantastica alchimia che non poteva prescindere dai sonori commenti della sala al film in corso. Perchè, come spesso accade, il cinema diventa lo specchio e l'appendice di storie private e collettive, sia che sullo schermo che nelle sue poltroncine di legno o al bancone del bar, dove si sovrappongono Marlon Brando e il Tamburini, John Wayne, la politica e l'amaro Ballardini, l'hashish e Jesus Christ, ma anche il punk, la new wave l'eroina, le radio libere e le tv private e tutto quanto ha attraversato il mito del Cinema Universale.
NOTE DI REGIA
Federico Micali
Per quasi due anni ho “vissuto” all’interno del Cinema Universale di Firenze assorbendo una straordinaria serie di racconti, storie e aneddoti che sono poi, in piccola parte, confluiti nel mio documentario, “Cinema Universale d’essai”. E’ stato un viaggio emozionate e divertente in una storia del cinema molto privata, quella che ha caratterizzato l’identità di varie generazioni che si sono alternate su quelle scomode poltroncine di legno, dove il film diventava una partitura personale su cui improvvisare collettivamente: una interazione che iniziava durante la proiezione e proseguiva nelle discussioni al bar o davanti alla cassa. Da queste basi ho iniziato a cullare l’idea di avere il Cinema Universale come teatro di una scrittura drammaturgica che superasse i confini segnati dal reale, per andare a raccontare la storia di una generazione- quella che passa per gli anni 70- attraverso le strette mura di un cinema e l’immensa finestra che è il suo schermo. Mi ha affascinato soprattutto quel rapporto viscerale che si creava (ma che ancora si crea ovunque ci sia una sala "vissuta") con il cinema, inteso come film ma soprattutto come luogo: uno spazio familiare che riusciva magistralmente a mettere insieme la cultura alta dei film d’essai e la sagacia popolare di San Frediano. Un meltin’ pot di persone, modi di essere ed idee che avrebbe fatto diventare quel cinema un incredibile punto di riferimento culturale per gli anni settanta e indirettamente per tutti gli anni ottanta.
BIOGRAFIA DEL REGISTA
Federico Micali, regista fiorentino classe 1971, ha realizzato molti film documentari che hanno avuto un'ampia diffusione: tra questi Genova senza risposte (girato durante il G8 di Genova del 2001e distribuito in pellicola 35mm), Firenze Città aperta (sul social forum europeo del 2002), Nunca Mais (il film sul disastro ecologico della petroliera Prestigie in Galizia) 99 Amaranto (su Livorno e il suo riflesso nel calcio di Cristiano Lucarelli) e Cinema Universale d'Essai. Dopo l'anteprima del cortometraggio al Festival di Venezia, L'Ultima Zingarata è diventato un documentario che racconta la surreale messa in scena di un nuovo funerale per il Perozzi di Amici Miei e che vanta la partecipazione di Mario Monicelli e Gastone Moschin.
CREDITS regia di: Federico Micali
con: Francesco Turbanti, Matilda Lutz, Robin Mugnaini, Maurizio Lombardi Anna Meacci, Claudio Bigagli, Paolo Hendel, Vauro Senesi, Margherita Vicario, Roberto Gioffrè, Ilaria Cristini, Francesco Mancini
Soggetto: Cosimo Calamini Serena Mannelli Federico Micali
Sceneggiatura: Cosimo Calamini, Federico Micali, Heidrun Schleef
Organizzatore Generale: Fabio Lombardelli
Aiuto regia: Giuditta Martelli
Supporto alla regia: Yuri Parrettini
Suono di presa diretta: Alessandro Bianchi, Paolo Spigno, Alberto Abi Battocchi
Costumi: Fiorenza Cipollone
Scenografia: Francesco Bacci, Daria Pastina
Montaggio: Simone Manetti, Ilenia Zincone
Fotografia: David Becheri
Musiche: Bandabardò
Produttore Esecutivo: Francesco Tato’
Una produzione: L'Occhio e La Luna
realizzata da Ruggero Dipaola, Federico Micali
Il film, riconosciuto di interesse culturale nazionale, è stato realizzato con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale per il Cinema e del Fondo Cinema della Regione Toscana / Film Commission. Inoltre è stato realizzato con il sostegno di LVR Digital, COOP Firenze, Gherardini, F.lli Conforti, Regione Lazio e del Comune di Pontassieve.
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