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tribunale di firenze

Processo Magherini, udienza con 20 testimoni. Se lo Stato deve fare la sua parte

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

2 Novembre ore 9, aula 28 del Tribunale di Firenze. Davanti alla dr.ssa Barbara Bilosi, della seconda sezione penale, riprende il processo per la morte di Riccardo Magherini avvenuta il 3 marzo 2014 durante un fermo dei carabinieri in Borgo San Frediano. Sul banco degli imputati saliranno quattro carabinieri (il maresciallo Stefano Castellano con gli appuntati Vincenzo Corni, Davide Ascenzi, Agostino Della Porta, e tre volontari della Croce Rossa intervenuti sulla prima ambulanza (Claudia Matta, Janeta Mitrea e Maurizio Perini). Per tutti loro l'accusa è quella di concorso in omicidio colposo. All'appuntato Corni vengono però contestate anche le percosse, mentre non sarà più imputabile il volontario Cri Maurizio Perini tragicamente deceduto a seguito di un incidente stradale.

 

Sarà la prima udienza in cui sfileranno i testimoni degli oltre 120 citati. Sono 20 quelli chiamati in questa udienza seguendo l'ordine presentato dal pm Luigi Bocciolini per riferire sui fatti di quella notte. Non si arriverà a parlare del fermo delle 1.20 che ha portato alla morte Riccardo Magherini ma sfileranno alcune persone che potrebbero raccontare qualcosa di significativo. Forse sentite anche quelle parole verranno chiesti i tracciati del telefono cellulare di Magherini, utili, decisivi, fortemente importanti per capire scientificamente dove è nata la paura di quell'uomo che quella notte chiedeva aiuto. (Qui la nostra ricostruzione)

 

Nella lista dei teste da ascoltare ci sono gli agenti di polizia giudiziaria che hanno condotto le indagini, c'è il maresciallo della sezione scientifica, con il suo collega, che per primo è intervenuto per i rilievi in Borgo San Frediano e ci sono anche i carabinieri che quella notte hanno condotto i primi interrogatori.

Riferiranno sui fatti anche alcuni dipendenti, solo alcuni, dell'hotel St. Regis, che Magherini quella sera lascerà alle 00.20 circa, così come i due tassisti che lo hanno accompagnato in due spostamenti, la guardia giurata del Consolato americano che vedrà un uomo urlare e correre su ponte Vespucci e l'altra guardia giurata che incrocia Magherini su Lungarno Vespucci mentre scende dal taxi. Dall'hotel al secondo taxi per passare dalla guardia giurata incontrata c'è qualcosa che non torna già nei verbali agli atti del pm. Elementi discordanti di persone che dovrebbero vedere la stessa scena.

Risponderanno alle domande del pm e degli avvocati anche due dei cinque giovani fermati in auto sul ponte Vespucci dall'ex promessa viola mentre chiedeva disperatamente aiuto. Ci sarà anche la persona che era alla guida e che nella sua deposizione ha dichiarato di aver visto Magherini sul ponte strattonarsi con un'altra persona.

 

Comincia adesso un dibattimento che si prospetta lungo, ma che apre le porte verso la verità. Perchè quando quelle parole fredde degli atti saranno riportate all'eco dell'aula 28, non potrà che essere fotografata la responsabilità penale di chi quella notte si è reso responsabile di questa tragedia che colpisce un uomo e la sua famiglia e che certamente non onora lo Stato italiano, né tantomeno l'Arma dei Carabinieri.
La forza di quelle testimonianze darà giustizia ad un uomo torturato due volte. In vita e da morto.

 

Perchè se per la Procura di Firenze è stato violato solo un protocollo d''arresto, sul corpo di quell'uomo ci sono lesioni certificate mai contestate a chi lo ha preso a calci e lo ha compresso a terra per oltre 20 minuti, prono e ammanettato. Sarà un momento di grande responsabilità per la Giustizia italiana e per il nostro Stato. Un'occasione utile per dimostrare che i diritti delle persone esistono.

 

E tutto quello che accade dopo la morte di Riccardo Magherini è indegno in uno Stato civile. Gli hanno torturato la dignità. Gli hanno negato il diritto di vivere. Hanno tolto alla famiglia il diritto di piangere. Hanno tolto ad un figlio il diritto di avere un padre. Per l'egoismo. Di quelle persone che quella notte erano uguali a Riccardo ma portavano una divisa.

Ma la legge è uguale per tutti.

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