''Continua a oltranza la saga delle famiglie mafiose di Cosa nostra mentre ora quello che conterebbe per tutti noi e' la mancanza di rumore intorno a questi rampolli figli di capi mafia, ma pare non ci sia dato di sentirlo calare questo invocato silenzio stampa sui mafiosi'': lo scrive la presidente dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, a proposito della vicenda della figlia quindicenne del boss Matteo Messina Denaro che ha detto di voler prendere le distanze dal padre. ''Prima - ricorda Maggiani Chelli la serie di esternazioni pubbliche di familiari dei boss - c'e' stato il figlio di Provenzano preoccupato per il padre che ruzzolava dai letti in carcere; poi la figlia di Riina che imbratta tele e da' sfogo alla sua vena poetica sull'inginocchiatoio di casa, in adorazione del padre assassino di bambini piccoli. Oggi, a poche ore dalle esternazioni di Lucia Riina, ecco il cambio repentino di tecnica di comunicazione: la figlia di Matteo Messina Denaro appena quindicenne prende le distanze dal padre, reo di strage terroristica eversiva e ancora latitante dopo 20 anni. Non c'e' pace tra i cipressi dei cimiteri dove cercano di riposare i nostri morti, questo perche' qualcosa sembra agitare Cosa nostra, ma soprattutto sembra agitare tutti quei politici che con l'organizzazione criminale si sono collusi a fare affari''. ''Le quindicenni - prosegue Maggiani Chelli - da sempre si ribellano ai padri, si ribellano ai padri che vanno per loro a lavorare ogni mattina, figuriamoci le figlie dei mafiosi assassini, quindi come si dice una rondine di soli 15 anni non fa primavera. Aspettiamo che la figlia di Matteo Messina Denaro cresca e quando avra' bisogno di metter le mani sui conti correnti del padre, tenuti intatti per lei nelle banche che ospitato i capitali dell'uccel di bosco capo mafia, vedremo che fara'''. ''Il dovere del silenzio per rispetto ai nostri morti - afferma ancora - pare che qualcuno in questo Paese a livello politico lo voglia infranto, affinche' le 'famiglie mafiose' siano presentate al popolo come normali famiglie molto cattoliche, dedite alla preghiera e alle prese di distanza dai padri cattivi, cercando cosi' con larghi consensi di tirare fuori dalla galera e dal 41 bis tutti i capi di Cosa nostra''. Per Maggiani Chelli ''e' fin troppo chiaro, la mafia sta presentando i suoi conti a chi promise di aiutarla in cambio di 277 chili di tritolo in via dei Georgofili a Firenze e chi meglio delle facce che paiono pulite dei figli giovani dei mafiosi puo' servire all'uopo?''.
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