Al 31 dicembre del 2016 gli iscritti all’Ufficio di collocamento categorie protette (legge 68/99) in Toscana sono circa 40.000, di cui nella solo provincia di Firenze 11.726. Ad oggi negli Enti Pubblici (come ministeri e aziende ospedaliere), sempre in provincia di Firenze, la disponibilità di posti di lavoro per disabili ammonta a circa 600 che non vengono assegnati; mentre nel settore privato i posti disponibili sono circa 590.
Alcuni Enti Pubblici in Provincia di Firenze in cui ci sono posti scoperti per le categorie protette
Nella sola Usl 4 di Prato restano da assegnare 90 posti, mentre nel privato circa 70.
“Da questi numeri emerge chiaramente che serve un deciso cambio di passo per le politiche che riguardano la disabilità – spiega Michele Cirrincione, responsabile provinciale Ufficio H della Uil Pensionati – Ci rivolgiamo in particolare alle Istituzioni pubbliche, Regione Toscana in testa, affinché si facciano promotori dei diritti delle categorie protette. Tra questi il diritto al lavoro è da considerare come inalienabile. Non possiamo assistere inermi all’esclusione di una larga fetta di popolazione. I disabili non sono cittadini di serie B ma sono parte integrante della nostra comunità”.
Salute
In Toscana assistiamo a continui tagli al fondo sociale: da 8 milioni di euro nel 2015 a 3,5 milioni nel 2017. Vengono così colpite le fasce più deboli, in particolare disabili e portatori di handicap. E poiché i tagli partono dal Governo che stanzia sempre meno risorse, la Uil Pensionati, insieme a Cgil e Cisl a livello nazionale, ha ottenuto dal ministro Poletti l’impegno a ristabilire per il 2017 la dotazione di 500 mila euro per la non autosufficienza e 311 milioni per le politiche sociali da dividere tra le varie Regioni.
Continuiamo a sostenere che i fondi stanziati sono sempre insufficienti e vanno incrementati per rispondere adeguatamente ai bisogni e ai diritti di milioni di cittadini, le cui fasce sempre più deboli rischiano di soccombere.
Scuola
L’art. 38, terzo comma, della nostra Costituzione stabilisce il diritto all’istruzione e alla formazione professionale delle persone con disabilità.
Dopo vari ricorsi, il TAR finalmente ha stabilito che la mancata garanzia delle ore di sostegno ai portatori di handicap è una forma di “discriminazione”. Continuiamo a sostenere comunque che circa 6000 docenti di sostegno per 12.500 studenti con diverse disabilità (alcune lievi e altre gravi) non si garantisce appieno il diritto allo studio.
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