“La questione si chiude il 13 luglio”, con queste parole il giudice Barbara Bilosi ha stabilito la data della sentenza del processo per la morte di Riccardo Magherini durante un arresto in borgo San Frediano a Firenze, nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2014.
L'aula 28 era piena, tra il pubbico gli amici di Riccardo e i volontari Cri. In molti ieri attendevano il verdetto per militari e soccorritori e invece c'è stato spazio soltanto per le arringhe dei difensori dei quattro carabinieri imputati, Francesco Maresca e Riccardo Ragusa che hanno chiesto l'assoluzione di tutti i militari per “non aver commesso il fatto”.
Due interventi diversi tra loro ma caratterizzati dall'affannoso tentativo di difendersi cercando altri colpevoli e raccontando una situazione nuova rispetto alle testimonianze che fino ad oggi si sono udite in aula dai residenti di San Frediano. D'altronde il lavoro dell'avvocato prevede anche questo.
DIFESA CASTELLANO - Riccardo Ragusa, difensore del maresciallo Stefano Castellano, ha parlato pochi minuti. “Magherini stava male per la cocaina e i carabinieri sono innocenti perchè “hanno fatto tutto quello che si doveva fare, assolveteli”. Una rappresentazione troppo semplicistica di un processo che ha visto sfilare quasi 70 testimoni in oltre quindici udienze fiume.
PROCESSO ALL'ARMA DEI CARABINIERI - Prima di lui aveva preso la parola Francesco Maresca, difensore degli appuntati Ascenzi, Corni e Della Porta. Il legale dei militari ha lamentato la mancanza di “rispetto ed educazione della famiglia Magherini” in “un processo contro l'Arma dei Carabinieri”.
DUELLO LEGALE - Una discussione che si è incentrata molto più sul duello legale che sul racconto dei fatti di quella notte. “L'avvocato Anselmo fa sempre questi processi politici”, chiosa Maresca in aula parlando di “ipocrisia processuale” ed elencando le differenze tra il caso Magherini e le storie di Aldrovandi, Rasman e Cucchi, portate in aula dall'avvocato di parte civile.
"MORTO PER ALCOL E COCAINA" - Per il legale dei carabinieri non ci sono dubbi, “Riccardo Magherini ha assunto volontariamente cocaina e alcol e per questo era diventato pericoloso” e così “è morto”.
"NESSUNA VIOLENZA ALDROVANDIANA" - Accenna minimamente la parola “asfissia” come causa di morte, per poi concentrare il suo intervento sulla violenza dell'uomo. “Era pericoloso, aveva commesso dei reati e non c'è stata nessuna violenza intesa nel concetto Aldrovandiano” ha proseguito Maresca aggiungendo che non c'è stata “nessuna compressione su Magherini” ma solo un intervento regolare dei militari, seguendo quasi 'alla lettera' la ricostruzione del pm Luigi Bocciolini.
Ma tutti quei testimoni che hanno visto il contrario? L'avvocato non li cita, è più comodo durante un'arringa.
NUOVI COLPEVOLI - Maresca ricerca nuovi colpevoli per questo processo e fornisce un quadro per cui “il povero Magherini” non è morto per colpa dei carabinieri. Anzi, loro hanno cercato di aiutarlo perchè “l'intervento era finalizzato a mettere in sicurezza lui e le persone che potevano trovarsi a contatto con lui”.
“COLPA DEI VOLONTARI” - E' colpa dei volontari della Croce Rossa, che non “si propongono” ma anzi “sono assolutamente passivi”. Il legale punta il dito contro Matta, Mitrea e Perini perchè “nessuno gli ordina di fare i volontari e non hanno neanche effettuato una manovra” provando anche a giustificare il concetto di pericolosità che i militari avevano manifestato ai volontari al loro arrivo. “Sono uomini di sicurezza e la loro percezione era di pericolo” ha spiegato Maresca rimarcando la potenziale violenza dell'uomo. “E se Magherini avesse spaccato il setto nasale alla volontaria mentre prendeva le pulsazioni?, abbiamo visto questa scena mille volte con i marocchini”.
Quando la Matta prova a prendere le pulsazioni, con tutta probabilità, Riccardo Magherini è in una fase irreversibile. Sono ormai cinque minuti, spiegano i testimoni sfilati in aula, che non urla né si muove, eppure i carabinieri gli stanno sopra e ci resteranno fino all'arrivo del medico. Oltre 10 minuti dall'arrivo dei volontari.
“UNICA RESPONSABILE MORTE MAGHERINI” - Ma l'avvocato Maresca ha la soluzione del processo e nella sua arringa trova “l'unico responsabile della morte di Riccardo Magherini”. Ovvero l'operatrice del 118 Maria Grazia Ferrante, già indagata e archiviata, inspiegabilemte, dal pm Luigi Bocciolini. Tutti i difensori intervenuti, come Anselmo e Manzo in precedenza, hanno richiamato le responsabilità della donna. Lei è la persona che ridacchia al telefono inviando l'ambulanza senza medico a bordo. E per quell'attivazione ci impiega tre inspiegabili minuti.
Sulle sue responsabilità erano emersi fatti e situazioni che oggi la dovevano portare sul banco degli imputati. E invece no.
Ma certamente Maria Grazia Ferrante non è l'unica colpevole per la morte di Riccardo Magherini. Casomai si deve aggiungere all'operato dei carabinieri e agli altri reati commessi quella notte dopo la morte dell'uomo.
Ma sono solo opinioni, è finito lo spazio delle parole, il 13 luglio ci sarà la sentenza.
Nella foto due carabinieri imputati. Vincenzo Corni (a destra) e Davide Ascenzi (a sinistra)
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