“L’occupazione nelle aziende agricole non è stata finora al centro dell’interesse del piano di sviluppo regionale, così come la burocratizzazione esasperata, a cui sembra non si possa porre rimedio, che rischia di costringere le aziende a dirottare su una semplificazione colturale che porta però ad una banalizzazione del paesaggio. La Regione deve avviare un cambio di rotta se vuole davvero – come sostiene – garantire la sopravvivenza delle Fattorie che oggi mantengono il territorio toscano, mosaico di bellezza conosciuto in tutto il mondo”.
Sono le parole di Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana nel corso del suo intervento alla Conferenza regionale dell’Agricoltura toscana organizzata a Lucca.
“Stiamo affrontando in molti settori una crisi senza precedenti ma nonostante questo gli agricoltori con la loro attività restano i primi ambasciatori del 'Made in Tuscany'. Nonostante questo siamo ancora lontani da attuare politiche in grado di attirare risorse finanziarie dal resto del mondo. Non si risolvono i problemi organizzando qualche mercatino di periferia al grido di 'Km zero' senza peraltro aver capito ancora che il Km zero deve essere per il cliente che riceve a casa o in prossimità di questa, magari a Aukland, i migliori nostri prodotti e non viceversa.
Miari Fulcis è poi tornato ad affrontare il tema degli ungulati. “E' paradossale – ha spiegato – che mentre siamo a ragionare su questioni di macro-economia e su come mettere in sicurezza il nostro settore, le aziende si trovano ancora alla mercé di scorribande di ungulati: cinghiali, caprioli, cervi e predatori –lupo in primis - ma anche corvidi in genere, tutti selvatici in grande crescita numerica, che stanno letteralmente distruggendo le nostre produzioni e di i nostri paesaggi e la piccola fauna tipica delle nostre colline. E i danni chi li paga? Al momento Solo piccoli tardivi acconti. Ma gli agricoltori non vogliono vivere di rimborso danni, vogliono investire e produrre qualità da portare in tutto il mondo.”
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