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Due offerte per i campi Cerreti

Disciplinare e cattiva pubblicità: la Fiorentina rinuncia ai campi dell'Olimpia, ma c'è l'AICS

Entrambe ammesse con riserva
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Stamani, presso la sala gare del servizio appalti del Comune di Firenze, si è tenuta l'apertura delle buste contenenti le offerte per il bando pubblico per l’affidamento in gestione degli impianti sportivi Cerreti, situati in viale Manfredo Fanti 18 e fino ad oggi assegnati alla A.S. Olimpia.

 

Due le offerte pervenute agli uffici Servizio Sport: quella dell'Olimpia e quella di AICS Comitato Provinciale.

Entrambe le offerte sono state ammesse con riserva, poiché a seguito della verifica della documentazione prodotta, si richiede il soccorso istruttorio (senza sanzione). Entrambe le offerte mancano della medesima dichiarazione dove si attesta che “gli amministratori non devono ricoprire cariche sociali in altre società e associazioni nell’ambito della medesima disciplina”.

 

Per l'A.S. Olimpia e AICS Comitato Provinciale, dopo l'integrazione della documentazione, si apre la fase istruttoria, dove gli uffici del Comune valuteranno le offerte presentate.

 

 

Alla gara non ha preso parte la Fiorentina, ma i campi di calcio della società dilettantistica erano finiti nel mirino anche della Società viola, che vede sorgere accanto il proprio centro sportivo. Lo scorso 23 marzo, infatti, i tecnici gigliati avevano effettuato un sopralluogo presso gli impianti, suscitando la preoccupazione di coloro che vivono quotidianamente la società dilettantistica: dirigenti, giovani calciatori e i genitori di quest'ultimi. Se la Fiorentina avesse partecipato al bando avrebbe potuto presentare un'offerta che avrebbe sbaragliato la concorrenza, andando così a sfrattare le centinaia di baby calciatori che ogni giorno calcano i due rettangoli di gioco all'interno dei giardini di Campo di Marte.

In realtà la mancata partecipazione al bando da parte della Fiorentina (che avrebbe potuto partecipare con la squadra femminile – non come ACF Fiorentina, poiché il bando è interdetto alle spa) era stata anticipata dai quotidiani martedì scorso. Nell'anticipazione si leggeva che la Società viola aveva “fatto sapere” che non avrebbe partecipato al bando “per non intaccare i rapporti tra le due società”, questo “nonostante l'ok ricevuto dai propri legali” per presentare un'offerta che soddisfacesse quanto indicato dalla gara.

Sarebbe interessante che “facessero sapere”, allora, come mai è stato effettuato il sopralluogo. Che senso avrebbe avuto la ricognizione se la discriminante fosse il non voler compromettere i rapporti con la AS Olimpia? Nessuno. Fonti raccolte da Il Sito di Firenze raccontano invece che i tecnici della Società viola, durante il sopralluogo, ipotizzavano già i possibili interventi da fare. Una scena che ricordava la zingarata di Amici Miei della “distruzione dei paesetti” per colpa dell'Ente Regione, ma al posto del prete che accorreva preoccupato per la sorte dei fedeli, piovevano madonne di chi vedeva in pericolo il futuro dell'Olimpia.

 

Il motivo del dietrofront, probabilmente, riguarda altri aspetti ed è da ricercarsi nel disciplinare del bando stesso che, tra le imprescindibili condizioni, indica all'affidatario che “dovrà essere garantito il più ampio accesso ai cittadini interessati preservando le attività già esistenti del settore giovanile”. “L’Affidatario – spiega ancora il disciplinare – dovrà inoltre garantire la pratica dello sport libero e diffuso, mettendo a disposizione gli spogliatoi, individuando delle fasce orarie giornaliere nelle quali viene garantito tale servizio”. E poi “L'organizzazione delle attività [...] deve essere improntata a criteri di efficienza ed efficacia e rispondere ai canoni di correttezza, cortesia, gentilezza nei confronti di chiunque frequenti a qualsiasi titolo il complesso sportivo, da considerarsi fruitore di pubblico servizio”.

In sintesi è necessario garantire la fruibilità alla cittadinanza degli impianti e la questione avrebbe creato oggettive difficoltà a un ipotetico ampliamento del limitrofo centro sportivo di ACF Fiorentina.

Un altro motivo del dietrofront, più che “per non intaccare i rapporti tra le due società”, è da ricercarsi nel tam tam di disappunto, sollevatosi nei giorni scorsi, da parte dei genitori dei bambini che si allenano sui campi dell'Olimpia. Se la Fiorentina, rispettando le condizioni dettate dal disciplinare, si fosse aggiudicata la gestione, si sarebbe aggiudicata pure una cattiva pubblicità dalle conseguenti proteste delle centinaia di famiglie che avrebbero dovuto trovare una nuova casa per far divertire praticando sport i propri figli.

 

Eppure un centro sportivo dove fare allenare insieme alla Prima squadra anche le giovanili viola, a partire dalla Primavera, sarebbe fondamentale per crescere in casa giocatori da portare poi nei professionisti. Servirebbero campi e immobili funzionali. Qualcosa è stato fatto e qualcosa si farà (i “Campini” si amplieranno verso viale Paoli consentendo di avere 2 rettangoli di gioco di dimensioni regolamentari), ma un vero centro sportivo è un'altra cosa. I comuni limitrofi a Firenze, primo fra tutti Bagno a Ripoli, potrebbero garantire i lotti di terreni che consentirebbero di realizzare impianti adeguati. Impianti che, però, richiederebbero significativi investimenti.

La lotta per l'aggiudicazione sarà dunque una partita tra Olimpia e AICS, ma sicuramente l'A.S. Olimpia non tira un sospiro di sollievo.

 

 

Donato Mongatti  - © riproduzione riservata

 

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