Riprende al tribunale di Firenze il processo d'appello per la morte di Riccardo Magherini, il 40enne deceduto nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014 in Borgo San Frediano durante un fermo dei carabinieri. Quattro militari e due volontarie della Croce Rossa sono accusati di concorso in omicidio colposo. Nella sentenza di primo grado sono stati condannati tre militari (7 e 8 mesi), mentre sono stati assolti un carabiniere e le due volontarie.
Nell'udienza di domani, sono previste le arringhe dei difensori dei carabinieri, l'avvocato Francesco Maresca (difensore degli appuntati Ascenzi, Corni e Della Porta) e del collega Riccardo Ragusa (difensore del maresciallo Castellano), e di quelle dei volontari della Croce Rossa, Massimiliano Manzo e Carlo Macari. Poi la corte, presieduta da Maria Luisa Romagnoli, si riunirà in camera di consiglio per la sentenza. Tuttavia, la corte potrebbe riservarsi anche di riaprire il dibattimento, riascoltando i testimoni, in virtù dell'applicazione del decreto Orlando.
La prima udienza, durata oltre 7 ore, si era svolta nel mese di luglio, si era aperta con la requisitoria del procuratore generale Luigi Bocciolini, che ha chiesto, pene più severe per gli imputati e condanne di un anno per i tre carabinieri (Stefano Castellano, Vincenzo Corni e Agostino Della Porta), di un anno per una volontaria Cri (Claudia Matta) e di 8 mesi per l'altra soccorritrice (Janeta Mitrea). Per un altro carabiniere (Davide Ascenzi), assolto in primo grado, nessuna delle parti ha avanzato ricorso in appello.
Il procuratore generale ha chiesto di aumentare le pene dei militari, perchè i carabinieri avrebbero ammanettato e immobilizzato Magherini a terra senza però sollevarlo in maniera da consentirgli di "respirare liberamente" con le conseguenze della morte.
Dura presa di posizione anche sul comportamento delle volontarie, per "non aver fatto nulla" quando si trovavano accanto al corpo di Magherini, nonostante le prime operazioni di valutazione avessero dato segnali negativi sullo stato di salute dell'uomo.
Su questo punto il pg ha parlato di uno "scenario sicuro e non pericoloso all'arrivo dell'ambulanz"a e per questo motivo "le volontarie sarebbero dovute intervenire". In primo grado, aveva chiesto la condanna di una volontaria (Matta) e l'assoluzione per un'altra (Mitrea).
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