''Chi da Squinzi in giu' chiede il 'manovrone' sappia che dice cose giuste ma che non si possono fare'' perche' ''siamo appena usciti dalla procedura di infrazione'' e i conti vanno tenuti in ordine. Lo afferma in una lunga intervista al Corriere della Sera il segretario del Pd Guglielmo Epifani nella quale precisa che le priorita' di intervento con la legge di stabilita' sono l'allentamento del Patto di stabilita' per i Comuni, in modo che quelli virtuosi possano avere meno vincoli di bilancio, e il cuneo fiscale. ''Qui - dice - bisogna fare delle scelte'' perche' ''spalmare cinque miliardi su tutti i lavoratori e tutte le imprese serve a poco: meglio concentrarsi da una parte sugli incapienti e dall'altra sull'Irap e sulla deducibilita' degli utili reinvestiti. E poi bisogna intervenire per lenire il disagio sociale''. Ma ''inutile farsi illusioni'' sul reddito di cittadinanza perche' ''costa troppo. Partirei dalla non autosufficienza, senza dimenticare esodati e pensioni''. Quanto al vincolo del 3%, per Epifani ''l'Italia ha le carte in regola in Europa per negoziare. O l'Europa mette piu' soldi per lo sviluppo, ad esempio con gli eurobond, o ci lascia sforare il 3%''. Sul Pd Epifani rivendica il suo ''ruolo di garanzia'' e non esprime il suo voto alle primarie. Ma di Renzi dice che ''e' evidente che la sua formazione non e' compiuta, ma impara in fretta''. ''In vita mia - aggiunge - ho conosciuto tantissime persone. Ma uno cosi' sveglio, cosi' pronto, cosi' sul pezzo... Renzi ha una forza straordinaria''. Il sindaco di Firenze e Letta ''oggi sono complementari'' e ''possono giocare insieme senza ricadere in un dualismo che in passato ha fatto male''. Epifani si dice infine sicuro che solo una ''parte marginale'' ma ''nessuna delle personalita' forti'' andrebbe nel Ppe senza Berlusconi.
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