Tutto ha inizio con un prestito ad un contabile in difficoltà finanziarie. La storia risale al dicembre 2010, quando all'uomo vengono consegnati 4 assegni protestati per un valore complessivo di 20 mila euro. Difficile, per non dire impossibile poterli spendere. Insieme al proprietario dello Strizzi, sono implicati nella vicenda altri tre complci: Ugo Vecchi, pensionato catanese di 67 anni, Maurizio Proietto, manovale calabrese di 52 anni, Attilio Contino, pensionato messinese di 62 anni. La banda dopo l'avvenuto prestito comincia ad intimidire il contabile, gli chiedono di restituire i soldi. Dalle indagini del gip Michele Barillaro è emerso che proprio Fabrizio Ariani era il più pericoloso, l'esattore. Minaccia la vittima: "Ti taglio un dito al giorno. Ti sparo a una gamba". L'uomo impaurito, riesce a restituire solo 1.500 euro, in due tranche, poi esasperato dalle continue richieste di denaro, si decide a denunciare. Parte così l'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio. Nel frattempo Ariani propone all'uomo un altro prestito, stavolta di 30 mila euro, anche in questo caso assegni protestati. La vittima è ormai alla mercè della banda, non riesce a opporsi, gli viene fissato un appuntamento per il 10 marzo all'Hotel Raffaello in Viale Morgagni. All'incontro si reca "l'esattore" che ha il compito di riscuotere. I finanzieri circondano la zona, ma Contino, l'astuto palo, si accorge dei militari. Chiama i complici: "Ci sono gli sbirri". Salta l'arresto in flagranza di reato, ma ormai Fabrizio Ariani è spacciato, chiama l'amico Vecchi e gli confida di voler fare una falsa denuncia per tutelarsi dal contabile, che ripetutamente aveva minacciato. Ma ormai per gli inquirenti il cerchio si stringe, l'estorsione appare chiara, le prove sono sufficienti per gli ordini di custodia cautelare carceraria. Le sorprese però non finiscono, i finanzieri non credono ai loro occhi quando rinvengono 1 quintale e mezzo di marijuana nel garage di Fabrizio Ariani, gestore dello Strizzi e grossista dell'erba.
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