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domenica, 08 maggio 2011 - 14:58
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Collettivo 400 colpi

Continuano le manifestazioni di solidarietà per gli studenti arrestati

La richiesta è una sola: 'Liberi Tutti'
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Sale la tensione dopo gli arresti effettuati dalla Digos nei confronti dei maggiori esponenti del gruppo 400 colpi. Nel pomeriggio di ieri sono scattate le manifestazioni di solidarietà per i compagni finiti in manette, prima il presidio in Via Martelli sotto la Prefettura, durante il quale sono stati malmenati tre esponenti della Lega, poi il corteo non autorizzato sfociato in Via Alamani, dove un gruppo di manifestanti, si è staccato ed è tornato indietro per impedire un normale controllo di polizia. Uno degli agenti impegnati è stato colpito con un calcio all'inguine. Puntualmente sono arrivate altre sei denunce per aggressione, nei confronti di sei persone. Oggi invece la solidarietà è continuata con un'assemblea nel chiostro di Lettere in Piazza Brunelleschi e con la cena 'a delinquere' nello spazio occupato in Via del Parione. La richiesta è una sola: 'Liberi tutti', Massimiliano Niccolai 24 anni, Vittorio Sergi 33, Daniele Montorsi 29, Luca Toscano 20, Pietro Von Schweinichen 24. Tutti e cinque colpiti dall'ordinanza di custodia cautelare. "Vittime dell'ennesima montatura giudiziaria", si legge sul sito dei 400, che definisce il blitz della polizia "operazione anti-insurrezionale". Insomma continuano a prendersi sul serio i nostri studenti, credono di essere davvero rivoluzionari. Eh sì, danneggiare la macchina di servizio della guardia giurata di Lettere, del 'pericoloso fascista' che prende 900 euro al mese, equivale per Niccolai alla presa del Palazzo d'Inverno. Invece imbrattare la vetrina di un negozio di un militante di estrema destra con la scritta "Occhio al cranio" è per il Nostro, gesto rivoluzionarissimo. Azioni dimostrative degne del 'martire' Feltrinelli. 'Liberi tutti' scandiscono i ragazzi infuriati contro il sistema, contro l'intolleranza che li ha colpiti, contro l'ingiustizia. Ascoltiamo le loro richieste, liberiamoli. Ad una certa età si ha il sacrosanto diritto di sbagliare, di danneggiare bancomat, di imbrattare muri, di interrompere il servizio pubblico. La loro condanna dovrebbe arrivare tra 20, o al massimo tra 30 anni, non più l'obbligo di dimora, ma la manifestazione obbligatoria. Tutti i giorni in piazza a ripetere come un disco rotto i vecchi slogan, tramandati dal Maggio francese e riadattati alle circostanze. Forse solo allora qualcuno si accorgerà che nella vita non è tutto politica.

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