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l'appello

Coronavirus, Rossi: "Pensare a bambini. Servono strutture pubbliche"

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Non si devono abbandonare i bambini e i ragazzi. Non è possibile la ripartenza delle attività produttive e in generale del lavoro senza una soluzione al problema dei bambini e dei ragazzi, della loro educazione e del loro affidamento, almeno per l'età che va dall'asilo nido fino a tutta la scuola media inferiore".

 

Lo scrive su Facebook il presidente della Toscana Enrico Rossi."Non bastano certo provvedimenti come il bonus o il congedo parentale - aggiunge Rossi - Né si può pensare di lasciare i figli soli in casa o portarli dai nonni. Il problema riguarda più di dieci milioni di cittadini e deve essere affrontato. Può essere l'occasione per un rilancio straordinario dei servizi scolastici e dell'educazione che in questi anni, al pari della sanità, hanno subito tagli drammatici di personale e di investimenti".

 

Secondo il presidente della Toscana, "la didattica a distanza, che gli insegnanti si sono con intelligenza e impegno inventati per non far perdere l'anno ai nostri ragazzi, non basta perché la scuola, come sostiene un bellissimo appello firmato da educatori della Toscana, non può fare a meno delle aule e del rapporto personale. La ripresa in sicurezza può e deve essere realizzata".

 

"Io penso che bisognerà insegnare in classi di piccoli numeri, rispettare la distanza, articolare l'attività su più turni e alternare lo studio con lo sport individuale, con il gioco, con altre attività culturali - prosegue Rossi - Non basteranno le aule disponibili e bisognerà utilizzare tutte le strutture pubbliche, le palestre, i centri culturali e sociali, gli spazi di ritrovo di cui è ricco il nostro Paese. Non basteranno neanche gli attuali insegnanti per fare fronte a questo sforzo a favore dell'infanzia e dei ragazzi. Io credo che, sul modello di quanto è avvenuto in sanità, potrebbero essere assunti tanti giovani che sono in formazione o in attesa di impiego per diventare insegnanti ed educatori. Inoltre potrebbe essere mobilitato il mondo della cultura e dell'associazione sportivo".

 

"Anche per i nidi - continua il governatore - si devono trovare soluzioni in sicurezza, ad esempio sviluppando i micronidi nei condomini e nei quartieri. Si tratta solo di alcuni spunti e di contributi alla discussione. Se ci si rivolgerà agli educatori non sarà difficile trovare idee e proposte per predisporre un grande piano per l'infanzia e per i ragazzi. Siamo già in ritardo. Il governo non può lasciar passare il tempo per potersi così disimpegnarsi. Abbiamo davanti a noi un lungo periodo, da maggio a settembre, durante il quale devono essere date risposte adeguate e di qualità. Si potranno utilizzare i fondi europei e si dovrà impiegare nuove risorse: si potrà non solo lanciare un grande progetto di educazione ma trovare una buona occupazione per tanti giovani pieni di energia, entusiasmo e capacità. Il governo - conclude - faccia le linee nazionali, metta i finanziamenti, coinvolga le Regioni e i Comuni, si affidi agli insegnanti e agli educatori per elaborare i piani e le iniziative concrete".

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