Rodolfo Fiesoli, il ''profeta del Forteto'', la comunità degli abusi di Vicchio, resta in carcere dopo la sentenza della Cassazione del 22 dicembre 2017. Ma resta con "pena eseguibile" per uno solo dei reati contestati, la violenza sessuale su un ospite.
Lo ha deciso la corte d'Appello di Firenze emanando un'ordinanza sul ricorso per "incidente di esecuzione" presentato dopo la Cassazione dal difensore, l'avvocato Lorenzo Zilletti.
Fiesoli quindi non rimarrà in carcere per tutti i reati per cui è stato condannato nel processo. Non cambia molto, e Fiesoli adesso è detenuto in carcere, e li resterà, ma con questa decisione si sgonfia il peso del calcolo degli anni da scontare.
Rispetto alla condanna confermata dalla Suprema Corte a 14 anni, 7 mesi e 17 giorni, la corte di appello ha determinato che l''eseguibilità della pena vale soltanto per un capo di imputazione ed è pari a un tempo di 6 anni e 2 mesi, da ridurre ulteriormente a 5 anni, 8 mesi e 17 anni per lo ''sconto''
dovuto all''esecuzione di misure precedenti (domiciliari), il cosiddetto ''pre-sofferto''.
In assenza, per ora, delle motivazioni della Suprema Corte, la corte di appello di Firenze, presieduta da Alessandro Nencini, ha deciso sulla carcerazione passando in rassegna "per ipotesi" ogni reato che è costato la condanna definitiva e concludendo che solo per un capo di imputazione, quello della violenza sessuale su un giovane ospite, è ravvisabile adesso la piena eseguibilità della pena.
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