Gli uffici della Regione Toscana emanano ''norme e regolamenti senza considerare adeguatamente le ricadute pratiche, a volte insostenibili, che tali disposizioni comportano''. E' l'accusa della Federazione degli Ordini degli Architetti della Toscana. Secondo la Federazione di professionisti tale modo di operare ''appare oggi non piu' sostenibile'' per ''professionisti e imprese, quasi sempre Pmi e artigiani, che costituiscono l'ossatura portante del nostro sistema sociale ed economico''. Gli architetti toscani esprimono perplessita' per ''la pletora di disposizioni vigenti in materia sanitaria, antinfortunistica e di sicurezza nei luoghi di lavoro, accessibilita', vincoli paesaggistici, monumentali ed ambientali, energetici, acustici, antisismici, contributivi, fiscali, a fronte dei quali diventa pressoche' impossibile comprendere la ratio dell'imposizione di ulteriori verifiche ed obblighi tanto piu' che nessun cittadino, pubblico o privato, e' oggi in grado di conoscere a priori l'esito di una qualsiasi pratica edilizia''. La Federazione critica inoltre ''il ricorso, sempre piu' frequente, all'emanazione di leggi 'emotive' nate a seguito di calamita' che, invece di intervenire sulle cause che le hanno generate, mettono in campo divieti assoluti e indiscriminati decontestualizzati dai luoghi interessati e che pertanto, da un lato poco o nulla hanno a che fare con gli eventi suddetti, e dall'altro non incidono sulle cause stesse''.
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