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sabato, 14 aprile 2012 - 14:35
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L'intervista

Il documentario è d'autore: alle Murate il festival che ci presenta le nuove correnti

L'intervista ad Alberto Brogi, organizzatore del Festival.
Flyer Festival

 

Sabato 14 Aprile alla Sala SUC delle Murate dalle h. 18 in poi si terrà il 1° Festival del Nuovo Documentario d'autore, rassegna del documentario d'autore contemporaneo, (ingresso libero). Ecco cosa ci racconta l'organizzatore.

 

Ciao Alberto, la prima cosa che vorrei chiederti riguarda la scelta del genere: perché un festival sul video documentario?

 

Un festival sul video documentario soprattutto per vedere dei bei documentari. Dei documentari riusciti bene. Di festival di cinema o video ce ne sono molti, per quel che mi riguarda non ce n’è mai troppi, sono andato sempre volentieri a seguire i festival, qualunque fosse la tematica. Nel caso nostro, l’idea è quella di mostrare dei lavori che partono dal presupposto di andare oltre il documentario semplicemente informativo, di cronaca, o di impostazione televisiva. Si tratta quindi di lavori che hanno un valore in sé, per la loro riuscita come film, indipendentemente dal tema trattato. 

 

Già dal titolo ci dici che si tratta del “nuovo” documentario d’autore. Cosa significa questo carattere di novità e perché d’autore?

 

C’è come questa impressione che non sempre, non tutti si siano accorti che da qualche anno c’è una produzione di materiale video indipendente, coraggioso, aperto alla ricerca, alla sperimentazione stilistica e formale, che non si pone troppo, o per nulla, il problema di trovare un compromesso con i modi stereotipati richiesti dalle televisioni per il passaggio in tv. Sono, per conto mio, realizzazioni d’autore, proprio come d’autore è considerato un certo cinema, che spesso non a caso, ha avuto le sue difficoltà a farsi produrre. Ormai al cinema come si intende in senso tradizionale, bisogna affiancare questo altro “cinema”, valido quanto e come quello da tutti considerato artisticamente di alto o altissimo livello. 

 

Presentaci brevemente gli autori e i video coinvolti.

 

“Mani fasciate” di Vincenzo Notaro, il primo documentario, è su uno sportivo, Mario Pisanti, pugile professionista, di Latina, che è anche la città di Notaro. Seguendo Pisanti nelle sue vicende quotidiane e nei suoi incerti, Notaro fa un ritratto acuto e attento della provincia dove vivono entrambi, dell’ambiente della boxe, e della famiglia di Pisanti stesso; i tre livelli di analisi, la città, l’ambiente sportivo e la vita personale del protagonista si intrecciano per tutto il video, con una serie di immagini  di un realismo spoglio e a tratti sconsolato di un grande effetto.  Segue “Cargo” di Vincenzo Mineo, un documentario con una struttura temporale particolarissima, slegata, dilatata; Mineo descrive la vita a bordo di una gigantesca nave merci che attraversa i mari del Nord, da Rotterdam a San Pietroburgo, in pieno inverno; il tempo allentato del cargo quindi, diviene anche il tempo del documentario, e da questa distorsione temporale ne esce un felicissimo risultato, visivamente caratterizzato da una serie di immagini suggestive e del tutto cinematografiche, come capita raramente di vedere oramai perfino al cinema. Chiude la serata “Zavorra”, sempre di Mineo, dove ai panorami dei mari aperti del nord europa si sostituiscono gli altrettanto affascinanti panorami dei volti dei pazienti di due case di riposo siciliane, di Trapani. Ne esce un lavoro dove gli anziani non autosufficenti parlano, e comunicano, non tanto o non solo con le parole, ma con i gesti, le espressioni, o la mancanza di espressioni o di reazioni; in questo caso Mineo ha dato voce a chi a rigor di logica la possibilità di comunicare non l’aveva più, il tutto realizzato con uno straordinario rigore formale e compositivo.

Aggiungerei che ogni documentario sarà introdotto dall’autore, e seguito da una discussione; peraltro, avremo presente alla proiezione anche il protagonista del documentario “Mani fasciate”, cioè Mario Pisanti.

 

Puoi anticiparci quali saranno le tematiche che verranno affrontate insieme agli autori durante la discussione sul documentario video?  Sarà una riflessioni sui temi o sui modi del fare video?

 

La proiezione dei documentari sarà preceduta da una discussione, che si vuole aperta al contributo del pubblico, sul video come mezzo espressivo del contemporaneo: accanto alla videoart, o a altre forme espressive moderne, come il teatro di ricerca (teatro di ricerca che in importante testo critico di qualche anno fa era stato definito “Il nuovo teatro”), bisognerebbe ormai considerare che anche il video ha per conto mio una sua autonomia e delle caratteristiche proprie; si può dire abbia un suo proprio linguaggio filmico specifico, in pieno sviluppo, e delle correnti espressive, di cui appunto parleremo durante la discussione. Ci sono poi due autori come Mineo e Notaro, di questo “nuovo documentario” due esponenti, a cui chiederemo di presentarci il loro lavoro e le loro idee artistiche.

 

Con la diffusione delle nuove tecnologie quella del video è diventata una pratica più comune anche ai non addetti ai lavori. Questo cambiamento ha modificato in qualche modo il panorama della produzione video indipendente?

 

Sono cambiate tante cose in questi ultimi anni, il digitale per esempio ha modificato, forse sarebbe meglio dire stravolto, la produzione di cinema e dell’audiovisivo. L’innovazione ci mette a disposizione dei mezzi, poi bisogna vedere cosa ci facciamo con questi mezzi che prima non c’erano. Si parla troppo poco, direi, di questa che ormai è una rivoluzione. La parete divisoria tra chi fa video e chi li vede è molto più aleatoria di prima; quanti non sono stati tentati almeno una volta di filmare qualcosa e provare a elaborare la ripresa con uno qualsiasi dei software di montaggio che ormai sono dappertutto? Anche per questo la produzione video è diventata negli ultimi anni imponente, e del tutto slegata dai meccanismi produttivi di anche solo venti o trenta anni fa. E’ per questo che si è creato questo movimento di realizzazione di video che da qualche tempo ha investito anche internet. Comunque si vogliano vedere le cose, è chiaro che abbattendo i costi, le innovazioni tecnologiche di questi ultimi anni hanno permesso di realizzare documentari o materiale visivo con una libertà, almeno sulla carta, assoluta, poi che spesso questa libertà non si colga, che non interessi, o non ci si ponga come obiettivo, è un altro discorso.

 

Complimenti per la bella iniziativa e in bocca al lupo!


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