Gastone Ovi, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Ester Chenet il 15 febbraio 2012, è stato condannato stamani nell'aula bunker dalla Corte d'Assise di Firenze, presieduta dal giudice Fernando Prodomo, a scontare una pena di 14 anni di reclusione.
L'uomo, 82 enne, che lavorava nel negozio di parrucchiere della moglie sua coetanea, era stato accusato di omicidio volontario aggravato dopo l'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Cristine Von Borries.
Il corpo della donna era stato trovato senza vita nel suo letto di casa nel quartiere di Coverciano a Firenze con evidenti segni di strangolamento e lesioni. A chiamare i carabinieri erano stati gli operatori del 118 avvertiti dallo stesso Ovi che aveva lanciato l'allarme e che aveva giustificato i lividi per le frequenti cadute dell'anziana moglie malata.
Dopo l'iniziale ricostruzione dei carabinieri che non aveva evidenziato ipotesi di reato, era emerso invece dopo un primo giro di testimoni che dall'abitazione dei coniugi si erano sentite grida e 'strani rumori'. L'autopsia aveva poi indicato che la morte della donna era stata causata da soffocamento.
Ovi è stato condannato anche a risarcire, con una provvisionale immediatamente esecutiva, i due fratelli della defunta costituitisi parte civile nel processo. "Siamo particolarmente soddisfatti che sia stata dimostrata la responsabilità dell'imputato – dichiara l'Avv. Maria Berardinelli, legale dei fratelli di Ester Chenet - anche se siamo convinti che nessun risarcimento economico riuscirà mai ad alleviare il dolore dei fratelli per la scomparsa della loro cara pensando inoltre alla particolare crudeltà con cui si è compiuto l'omicidio".
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