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martedì, 16 aprile 2013 - 20:58
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Riqualificazione piazza Togliatti

Lazzeri (Più Toscana) e Martini : "A Scandicci democrazia a pagamento"

Immagine articolo - Il sito d'Italia

«L’annunciata partecipazione dei cittadini sulla riqualificazione di piazza Togliatti? Una forma di democrazia a pagamento che costerà ai contribuenti quasi 40.000 euro».

È l’attacco del consigliere comunale di “Più Scandicci”, declinazione locale di Più Toscana, Alessandro Martini, che punta il dito su “La città in piazza”, il ciclo di assemblee che partirà a maggio coinvolgendo negozianti, residenti e amministrazione per discutere della riqualificazione di piazza Togliatti.

«Il percorso di partecipazione – spiega – sarà affidato all’azienda Sociolab, promosso dal Comune e finanziato dall’Autorità regionale per la partecipazione in base alla legge regionale 69 del 2007. Sarà dunque una spesa sostenuta con i soldi pubblici.

In poche parole i cittadini, come si evince dalla delibera 21 del 19 febbraio 2013 pagheranno 37.600 euro (di cui 31.000 euro di fondi regionali) per prendere parte alle scelte dell’amministrazione che, dopo anni di decisionismo a tutto tondo, ha pensato bene di sventolare la bandiera  della partecipazione.

Senza contare che il Comune non ha mai preso in considerazione una raccolta firme della popolazione (piscina di Badia a Settimo e farmacia San Vincenzo a Torri) mentre adesso promette di prestare ascolto a un campione di persone scelto con criteri che ci sono sconosciuti e sui quali chiedo trasparenza e informazione».

Ma la denuncia di Martini finisce anche sui banchi della Regione dove Gian Luca Lazzeri, consigliere di “Più Toscana” e  membro della IV commissione “Sanità”  rincara la dose. 

«Quelli della partecipazione sono dei progetti previsti da una legge sperimentale e a termine che ha subìto una proroga di tre mesi, dal 31 dicembre 2012 al 31 marzo 2013. Durante l’ampio dibattito in Consiglio regionale, abbiamo dimostrato tutti i limiti di questa esperienza tanto che abbiamo chiesto non fosse prorogata, ma che gli 800 mila euro all’anno andassero realmente a favore dei cittadini. In questo momento di crisi, invece di finanziare la partecipazione, alimentando una rete di professionisti della partecipazione (spesso i soliti) – conclude –, sarebbe stato meglio destinare i 31.000 euro per sanare le criticità del welfare cittadino, come le famiglie scandiccesi che non riescono a pagare i mutui o gli affitti».

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