"Fu Marco Lotti, papà di Luca Lotti oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a dare il via libera al parere positivo concesso dalla Bcc di Pontassieve sul mutuo da 697mila euro poi erogato alla Chil della famiglia Renzi con la garanzia di Fidi Toscana.
Denaro pubblico che non sarà mai stato restituito a Stato e Regione: 263mila euro coperti dal fondo di Garanzia del governo (erogati con Renzi a Palazzo Chigi), 26mila dalla stessa finanziaria della Regione. Un fatto centrale che rende questa vicenda ancor più putrida: Renzi e i suoi uomini hanno fatto leva sui ruoli di potere utilizzando le istituzioni per fini privati". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Toscana Giovanni Donzelli, che nei mesi scorsi ha svelato gli atti che mettono in evidenza il sistema con il quale Stato e Regione hanno pagato i debiti della famiglia Renzi, commenta i fatti che emergono dalle indagini in corso a Genova sul fallimento dell'azienda Chil Post, in seguito alle notizie pubblicate oggi dal quotidiano Libero. "Nel giugno del 2009, negli stessi giorni in cui il figlio Luca diventava il capo della segreteria politica di Matteo Renzi appena eletto sindaco di Firenze, Marco Lotti, che lavorava guarda caso proprio per quella filiale, dava l'ok ad un mutuo richiesto dall'azienda di Tiziano Renzi", sottolinea Donzelli.
Sul tema l'esponente di Fratelli d'Italia ha così presentato un'interrogazione urgente in Consiglio regionale. "Si tratta di un fatto di gravità assoluta - attacca - la Regione Toscana sapeva che su quelle carte c'era la firma del padre di uno dei più stretti collaboratori del sindaco, e quindi avrebbe dovuto tutelare il patrimonio pubblico da quello che aveva tutti i requisiti per essere valutata come una vera e propria truffa ai danni dello Stato e della Regione. A quanto pare, inoltre, non solo il papà di Renzi ma ora anche quello di Lotti ha omesso di comunicare alla Regione i mutamenti societari che trasformarono la Chil da un'azienda femminile e toscana ad una maschile e ligure, elementi che avrebbero comportato la perdita dei requisiti necessari ad ottenere la garanzia da Fidi Toscana. Al di là dell'inopportunità di firmare un atto del genere, vogliamo che la Regione spieghi come sia stato possibile non accorgersi del fatto che un gruppo di persone vicine all'attuale premier - tra cui c'erano in papà e la madre di Renzi, il papà di Lotti e l'amico d'infanzia di Renzi Matteò Spanò, presidente della banca Bcc - aveva costituito un'associazione per ottenere gli aiuti pubblici aggirando le normative e truffando così l'interesse collettivo. Non ci stancheremo di denunciare questa vicenda - conclude Donzelli - fino a che i soldi irregolarmente sottratti non verranno restituiti ai cittadini".
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