Effettuare più controlli congiunti, verificare le procedure di smaltimento nelle aziende, uniformare i regolamenti comunali sui rifiuti urbani.
Questi alcuni degli strumenti per contrastare lo smaltimento illegale degli scarti tessili, individuati dal Comitato Interprovinciale di Sicurezza che si è riunito ieri in Prefettura a Firenze. L’obiettivo era quello di fare il punto su un fenomeno che da alcuni mesi sta interessando una vasta area territoriale che si estende su più province. In ambito metropolitano fiorentino il problema è avvertito nella periferia ovest della città (Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Signa e Calenzano). Nel pistoiese, il fenomeno investe, oltre al capoluogo, Quarrata, Agliana e Montale. In provincia di Prato sono interessati anche i comuni di Carmignano, Poggio a Caiano e Vaiano.
Dall’inizio dell’anno, infatti, è stato registrato un maggior abbandono di scarti tessili, fenomeno che è stato messo in relazione ai nuovi regolamenti comunali sulla gestione dei rifiuti (adottati da molti comuni dell’area pratese), che hanno classificato gli scarti delle aziende tessili come rifiuti speciali, obbligando le imprese produttrici a smaltirli attraverso ditte autorizzate e qualificate, sostenendone i costi. Ciò ha determinato che una gran quantità di residui tessili, raccolti in voluminosi sacchi, sono stati depositati illecitamente sia in aree private che pubbliche, così come nei cassonetti destinati alla raccolta dei rifiuti domestici urbani, ma anche in campi aperti, sui cigli delle strade, negli alvei asciutti dei torrenti con la conseguente possibilità di ostruire il corso delle acque in caso di piena nella stagione autunnale.
Da qui la necessità di un esame congiunto, a livello interprovinciale, per delineare la portata del fenomeno e per condividere le strategie più giuste di prevenzione e contrasto.
Dal tavolo sono emerse proposte operative e normative. Innanzitutto la necessità di un maggior coordinamento tra tutti i comuni interessati, che finora si sono mossi in autonomia per fronteggiare le prime avvisaglie del problema. Tavoli di raccordo consentiranno di scambiarsi le informazioni e di indirizzare meglio le attività di controllo, individuando i punti nevralgici dove effettuare i servizi. Le forze dell’ordine e le polizie municipali stanno già intervenendo di concerto nelle diverse province e la loro azione sarà ulteriormente intensificata, di giorno e di notte, anche avvalendosi dei sistemi di videosorveglianza posizionati nelle aree industriali. Le telecamere permetteranno di tracciare il passaggio di veicoli sospetti e di individuarne le targhe.
Si è pensato anche di avviare una serie di verifiche nelle aziende tessili su come vengono eliminati gli scarti delle loro lavorazioni, sulle procedure seguite, sulle ditte incaricate dello smaltimento, sulla tenuta dei registri di carico e scarico.
Molto utile sarà anche uniformare le regole sui sistemi di raccolta dei rifiuti adottati dai comuni, attualmente molto frammentate sul territorio, e questo agevolerà anche l’azione delle forze di polizia.
Sul fronte delle indagini emergono notizie rassicuranti: al momento non ci sono segnali che facciano pensare alla presenza di organizzazioni criminali strutturate dietro l’abbandono illecito. I soggetti finora intercettati sono stati sanzionati e i loro mezzi sequestrati.
Al tavolo riunito a Palazzo Medici Riccardi hanno partecipato i prefetti di Firenze, Alessio Giuffrida, e di Prato Rosalba Scialla, mentre per Pistoia era presente il vice prefetto vicario Giuseppina Cassone; i tre procuratori della Repubblica, Giuseppe Creazzo, Giuseppe Nicolosi e Paolo Canessa, i responsabili provinciali delle forze dell’ordine e i sindaci dei comuni interessati dal fenomeno, con le rispettive polizie municipali, e un rappresentante della Regione Toscana. Per Firenze erano presenti l’assessore Federico Gianassi e il comandante della polizia municipale Alessandro Casale.
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