Cieco per l'Inps, ma vedente per ospedali e ambulatori Asl dove andava per i controlli medici, così per un decennio ha continuato a percepire due assegni, uno per la cecità, l'altro come invalido civile anche per il diabete e l'obesità.
Ora il tribunale di Firenze ha condannato un 70enne a 5 anni per reati di falso e truffa. Nelle indagini della tenenza della guardia di finanza di Borgo San Lorenzo coordinate dal pm Paolo Barlucchi venne pure filmato mentre guidava con perizia un trattore a Vicchio, reato poi depenalizzato, e coglieva ciliegie.
Il condannato 'giocava' su una reale 'retinopatia proliferante', patologia causatagli dal diabete che però fu curata con successo, col laser, in modo risolutivo già dal 2001, dopo di che riacquistò capacità visiva. Tuttavia alle commissioni mediche dell'Inps sosteneva di non essere in grado di vedere e veniva classificato come cieco. Condannato a sei mesi un parente, che talvolta lo accompagnava, per falsa attestazione.
Il falso cieco del Mugello ha ricevuto dall'Inps oltre 100.000 euro dal 2001 al 2012, somma di cui al momento ha rimborsato circa la metà all'ente. Secondo le indagini, il 70enne induceva in errore i medici delle commissioni di verifica approfittando di momentanei deficit visivi dovuti a 'retinopatia diabetica proliferante' e a cataratta, problemi risolti nel 2001. I finanzieri scoprirono
che aveva una regolare capacità visiva investigando dove si sottoponeva ai controlli, sia esaminando la cartella clinica all'ospedale di Careggi (Firenze), sia facendo verifiche al distretto Asl di Borgo S.Lorenzo. Dall'inchiesta risultò provata anche la sua capacità lavorativa: coltivava terreni nell'azienda agricola intestata alla figlia e manovrava il trattore, anche nei campi e con perizia. Tuttavia, per l'Inps era 'cieco parziale' e ottenne l'indennità relativa percependo 63.866 euro dal 1999 al 2012. Altri 40.940 euro gli sono stati erogati, circa nello stesso periodo, come invalido civile, perché per raggiungere il punteggio necessario le commissioni mediche sommarono alla cecità il diabete e l'obesità.
Nel processo il difensore, avvocato Giovanni Marchese, ha chiesto l'assoluzione sostenendo che "il campo visivo estremamente ridotto e l'acuità visiva anch'essa molto limitata sono condizioni di oggettiva cecità pur non impedendo" al 70enne "di attendere alle normali occupazioni lavorative e della vita quotidiana anche se in una condizione di oggettiva disabilità".
Dalla procura invece si sottolinea che sono rare le condanne in analoghi casi. Le indagini scaturirono da alcune segnalazioni fatte da cittadini alla guardia di finanza di Borgo S.Lorenzo, in particolare quando emerse che il 70enne coi familiari aveva ristrutturato un edificio in campagna dove era andato a vivere con continuità, senza lasciare l'alloggio popolare assegnatogli dal 2000 e per questo è stato condannato anche per falso ideologico: aveva infatti dichiarato di occupare stabilmente l'abitazione, con un atto compilato col parente condannato in concorso, mentre invece da un certo tempo viveva nello stabile ristrutturato nella campagna. (ANSA).
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