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lunedì, 02 aprile 2012 - 23:14
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Università

Prof Dini, favoriva aziende protesi in cambio di apparizioni in TV (VIDEO)

"Un esercizio della professione medica improntato a criteri esclusivamente egosistici"
Immagine articolo - Il sito d'Italia

L'impianto accusatorio che emerge dalle indagini dei sostituti procuratori Luca Turco e Giuseppina Mione nei confronti dell'alto dirigente ospedaliero Mario Dini, definisce un quadro dell'università e della sanità pubblica per nulla rassicurante. Dopo il servizio de Le Iene la settimana scorsa, che ha svelato un sistema di comparaggio tra medici, farmacisti e case farmaceutiche, ecco un'altra tegola cadere sul servizio sanitario nazionale. La trasmissione in onda su Italia 1, aveva infatti dimostrato come, in cambio della prescrizione di determinati farmaci, le case elargivano agli 'operatori sanitari' regalie di ogni genere, viaggi in business class, soggiorni in hotel a cinque stelle, automobili di grossa cilindrata.

 

Generalizzare è sempre sbagliato, ma ciò che viene fuori dall'inchiesta condotta dal Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza lascia atterriti. Il professor Mario Dini, Primario del Reparto di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Azienda Universitaria - Ospedaliera di Careggi, nonché Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva Estetica dell’Università di Firenze, è finito agli arresti domiciliari per i seguenti reati: peculato, corruzione, concussione, falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio. Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Paola Belsito, si parla di un mondo al cui interno sopravvivono episodi di nepotismo, di corruzione, dove vige "una difusa modalità di accesso alle scuole di specializzazione di natura clienterale. Un esercizio della professione medica improntato a criteri esclusivamente egosistici".

 

I gravi fatti, oltre al chirurgo fiorentino, coinvolvogo, a vario titolo, anche alcuni medici dell’Azienda Ospedaliera di Careggi e di altre strutture sanitarie italiane nonché informatori scientifici dell'azienda Mentor Medical Italia (gruppo Jhonson & Jhonson) produttrice di protesi mediche. "La possibilità di far acquistare le protesi all'ospedale di Careggi - spiega il comandante provinciale Gaetano Mastropierro - gli dava vantaggi e apparizioni televisive a pagamento" nonché "una serie di situazioni per accrescere la propria immagine professonale".

 

Le complesse attività investigative hanno consentito di accertare il conseguimento di profitti illeciti da parte di Dini attraverso il meccanismo di 'intramoenia', mediante il quale non avrebbe versato la quota  all'azienda, evadendo il fisco. Il medico, secondo quanto emerge dalle indagini, svolgeva attività anche in cliniche private non convenzionate, avvelendosi di personale che avrebbe dovuto lavorare esclusivamente in strutture pubbliche.

 

La sua posizione dominante derivante dalla propria carica di direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica è stata sfruttata anche per favorire, con l'ausilio del dott. Sergio Aito, responsabile dell'Unità Spinale Unipolare del relativo dipartimento, l'accesso della dott.ssa Immacolata De Vivo, parente di quest'ultimo alla suddetta scuola di specializzazione, mediante una borsa di studio ' aggiuntiva finanziata dalla Regione Toscana.

 

A margine delle attività di investigazione è stato accertato, infine, un episodio di falso ideologico riguardo la redazione dei verbali per il conferimento di un assegno di ricerca ad un candidato (unico) risultato, peraltro, suo diretto collaboratore nell'attività professionale svolta in regime di intramoenia. La commissione giudicatrice, per l'assegno di ricerca, è risultata presieduta dal prof. Dini.

 

"La facilità - si legge sempre nell'ordinanza - con la quale Dini sfruttava il lavoro altrui, dispensava favori alle ditte fornitrici ricevendo in cambio utilità, assicurava posti nella scuola di specializzazione, si appropriava di denaro pubblico [...] sono fatti gravi e inquietanti".

 

 

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