Blitz della Guardia di finanza sul Ponte Vecchio a Firenze. Fiamme gialle e Agenzia delle entrate stanno passando al setaccio le botteghe orafe di uno dei luoghi-simbolo della città toscana per le verifiche su scontrini e ricevute. I negozianti hanno messo a disposizione degli agenti la loro contabilità e gli agenti stanno operando in abiti civili. L'operazione si sta svolgendo dunque nella massima discrezione: in particolare, i militari delle Fiamme Gialle, ufficiali e sottufficiali, indossano infatti abiti civili tra la folla di turisti ignari, i quali continuano a passeggiare sul ponte senza accorgersi di nulla. Durante le verifiche, su un campione di negozi, gli orafi hanno temporaneamente interrotto l'attività commerciale, ripresa poi regolarmente a verifiche concluse. I verbali fin qui redatti sono all'esame del comando provinciale delle Fiamme gialle e della direzione dell'Agenzia delle Entrate.
"E' giusto fare i controlli e che chi evade paghi le tasse, siano essi commercianti, industriali, professionisti. Ma siccome tutti dobbiamo tirare la cinghia, allora è giusto che si controllino i politici e i loro sprechi, anche perché il cattivo andamento del Paese è dovuto alla loro gestione e agli sperperi". Interviene con queste parole la presidente dell'Associazione Ponte Vecchio di Firenze, Laura Piccini, dopo il blitz alle botteghe. "I blitz? Si facciano pure - riprende -, ma non è giusto che siano i cittadini italiani a pagare per le inefficienze e per la poca competenza dei politici". "Redditi gioiellieri, c'è categoria e categoria" Sul piano strettamente fiscale, Laura Piccini, riferendo anche il pensiero dei colleghi, ha fatto notare che "le medie di settore che emergono sui redditi dichiarati dalla categoria dei gioiellieri non tengono conto delle differenze all'interno della stessa categoria: la media è fatta dai valori delle grandi catene di lusso con quelle delle botteghe a conduzione familiare, specie se in piccoli centri urbani".
Piccini, che rappresenta i 44 esercenti di Ponte Vecchio (43 le botteghe orafe, eredi di una tradizione artigiana plurisecolare) ha evidenziato che "comunque l'evasione fiscale non è facile a farsi, sono finiti i tempi del Far West. Quasi tutti i clienti sono turisti stranieri e pagano con carta di credito. Inoltre, con la recente normativa i pagamenti in contanti sono quasi scomparsi. Giusto qualche cinese e qualche russo può pagare ancora con banconote". Infine, la rappresentante degli orafi fiorentini ha rivolto un invito alle autorità ad allargare i controlli "alla merce contraffatta, una filiera che provoca lavoro nero ed evasione fiscale".
Fonte: Tgcom24
foto: Tgcom24
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