Sono partiti una settimana fa i paracadutisti del 186° reggimento della Folgore di Siena. Destinazione: l’Emilia, in particolare quelle aree del ferrarese e del modenese che più sono state colpite dal sisma.
Alla brigata paracadutisti è stato assegnato un compito preciso: sorvegliare le zone rosse, lì dove le macerie sono ancora pericolanti e pericolose ma la loro è anche una vera e propria task force antisciacalli. E’ cosa nota, purtoppo, che dopo l’emergenza subentra il problema dell’ordine pubblico e che le case in cui tutto è rimasto fermo al momento della scossa e dove la vita si è interrotta al giorno del terremoto spesso sono preda di malintenzionati.
Trenta le unità dei soldati della Folgore suddivisi tra Cento nel Ferrarese e la località poco distante di Sant’Agostino, la stessa in cui la notte del 20 maggio morirono due operai sotto le macerie di una nota fabbrica di ceramiche e dove il Municipio è stato completamente raso al suolo. Una settantina invece i parà inviati a Mirandola, la cittadina in provincia di Modena tra le più violentemente colpite.
I militari impegnati in ronde e pattugliamenti a bordo di mezzi speciali ma anche a piedi sono armati con pistola e sfollagente. “ Siamo autorizzati a controllare solo chi viene sorpreso entrare o uscire dalle case posto sottosequestro o dichiarate inagibili – racconta a Il Sito di Firenze un sottufficiale impiegato a Cento- Possiamo fermare e identificare il sospetto ma subito dopo consegnarlo alle forze di Polizia o Carabinieri; la parola a quel punto spetta a loro”.
Massima collaborazione tra le forze dell’ordine dunque; oltre al supporto speciale del'Esercito e a quello routinario della Polizia e dei Carabinieri, è stata impiegata anche la Guardia Forestale e ovviamente la Protezione Civile. Anche il volontariato in questi casi è fondamentale: tra i più attivi gli ex Alpini ormai in congedo. I residenti apprezzano tale dispiegamento di forze e nonostante le dichiarazioni del capo della Protezione Civile Gabrielli, che all’indomani della decisione di impiegare l’Esercito nell’emergenza terremoto, aveva definito l’dea “un podatata”, anche la popolazione locale sembra aver accolto con benevolenza l’arrivo degli uomini in mimetica, nessuno sembra viverli come degli ‘invasori’. “Siamo qui per dare una mano e la gente lo ha capito. Ogni mattina ci offrono il caffè e ci salutano con il sorriso” ci dice ancora il sottufficiale.
Il campo allestito a Cento ospita all’incirca 250 persone, la maggior parte sono extracomunitari. La situazione è ancora critica soprattutto nei centri storici ma sottocontrollo e lo sforzo da parte di tutti è tornare per quanto possibile alla quotidianità. La presenza in Emilia dei parà della caserma senese è prevista almeno fino ai primi di ottobre.
Non solo Siena e non solo l’Esercito ha messo a disposizione il proprio supporto alle popolazioni terremotate: tutta la Toscana si è attivata per aiutare i cugini emiliani. Il Comune Di Firenze fa sapere proprio in queste ore di aver aderito al progetto dell’Anci ‘Adotta un Comune terremotato’ così da poter dare una mano al paese di Finale Emilia, comune in provincia di modena devastato dal terremoto del 22 maggio scorso.
“Finale – dice la nota- è stato uno dei simboli dei danni del terremoto per i crolli che hanno interessato la Torre dell’orologio, sede del municipio, prima venuta giù a metà e poi distrutta dalle ripetute scosse. Avrebbe compiuto 800 anni nel 2013.
Adesso Firenze si appresta a portare un aiuto concreto: 24 funzionari sono pronti ad andare nel comune modenese per fornire un supporto tecnico-amministrativo. Vitto e alloggio saranno forniti dalla Protezione civile. L’atto è stato deciso in una delibera approvata nell’ultima seduta di giunta che contestualmente dà il via anche a un protocollo d’intesa tra i due Comuni per una collaborazione in settori quali istruzione, beni culturali, relazioni istituzionali, cultura, economia, volontariato e sociale.
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