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Piero Luigi Vigna, morto oggi a Firenze, era nato a Borgo San Lorenzo (Firenze). In magistratura dal '59, ha svolto quasi tutta la sua carriera a Firenze: dalla meta' degli anni Sessanta e' nell' organico della procura del tribunale che guida dal giugno 1991. Dopo varie esperienze in inchieste contro il terrorismo nero e rosso, Vigna comincia a occuparsi di mafia nel 1984 in occasione della strage sul treno rapido ''904'' (16 morti e 266 feriti). Con la nascita della Direzione distrettuale antimafia della Toscana, avvia numerose inchieste di livello nazionale su traffici di armi e droga fino alla scoperta dell' Autoparco di Milano. Un' inchiesta complessa che determinera' anche momenti di tensione tra la procura fiorentina e quella di Milano. Da quelle indagini, condotte dal Gico di Firenze, verra' comunque anche l' input per l' avvio dell' inchiesta della Spezia. E' con Vigna che Gaspare Mutolo, nel 1992, comincia a collaborare con la giustizia ed e' da allora che il magistrato fiorentino inizia ad occuparsi, in maniera sempre piu' intesa, del problema dei ''pentiti'', fino ad essere chiamato nel gruppo di lavoro che redige il nuovo regolamento sui collaboratori di giustizia e nella speciale commissione incaricata di vagliare le richieste di accesso ai programmi di protezione. Il nome di Vigna e' anche legato alle indagini sul ''mostro'' di Firenze. L' attivita' della Procura fiorentina sul fronte antimafia si intensifica con le inchieste sulle autobombe mafiose della primavera-estate 1993 a Firenze, Roma e e Milano ed e' nell' ambito dell' inchiesta bis sui presunti ''mandanti a volto coperto'' delle stragi che Vigna, insieme ai colleghi di Caltanissetta e Palermo, comincia a raccogliere le prime dichiarazioni di Brusca. Nel mondo giudiziario Vigna si e' spesso schierato '''controcorrente'': assolutamente contrario all'impegno dei magistrati in politica ''anche da pensionato'', si e' detto sempre a favore della separazione delle carriere tra giudici e pm, si e' battuto per l' istituzione dei tribunale distrettuali antimafia ed a favore del raggruppamento delle strutture investigative antimafia in un unico organismo. Dal 1997 al 2005 e' stato nominato procuratore nazionale antimafia, succedendo a Bruno Siclari.
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