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Maggio, voto sulla fiducia al Sovrintendente, Noferi (M5S): nuovo manager in Teatro e il corpo di ballo a spasso

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Questo il comunicato di Silvia noferi, consigliera comunale in Palazzo Vecchio a Firenze del M5S -

Con la delibera n.2015/00408 “Costituzione diritto d’uso a favore della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino” in votazione oggi nella seduta del Consiglio Comunale non si tratta solo di concedere un diritto d’uso dei locali del Nuovo Teatro dell’Opera, ma come chiaramente riportato in premessa, di regalare il Teatro Goldoni, splendidamente restaurato, dal valore nominale di 6 milioni di Euro al patrimonio della Fondazione del Teatro Comunale di Firenze rinunciando al diritto di retrocessione che il Comune si era garantito nell’atto notarile del 2010.

La decisione del Consiglio Comunale nel 2009 fu infatti più cauta, consentiva il diritto di proprietà sul Goldoni fino a quando il Comune non avesse conferito il diritto d’uso alla Fondazione su tutto il nuovo Parco della Musica (diritto di retrocessione).

Oggi in questa delibera si tratta di concedere molto di più di quanto fosse previsto 6 anni fa, non solo un diritto d’uso stimato in 40 milioni di Euro ma anche la proprietà nuda e cruda del Goldoni.

Il diritto di proprietà di solito consente questo, LA VENDITA, oltre all’uso esclusivo ma vogliamo sperare che i vari vincoli ministeriali possano un giorno scongiurarne l’alienazione a privati per risanare debiti o evitare fallimenti.

Questo gran regalo alla Fondazione del nuovo Teatro dell’Opera si inserisce in una situazione amministrativa drammatica, che ha portato bilanci in perdita fin dal 2007 e recentemente al trasferimento di 49 dipendenti alla società ministeriale Ales.

Leggendo i bilanci e le relazioni obbligatorie che ne devono far parte, emerge una situazione estremamente preoccupante a livello finanziario ed economico.

La preoccupazione dell’opposizione nasce anche dalla mancata visione del Piano di Risanamento tanto sbandierato ma sempre occultato, dal rifiuto sdegnoso del Sovrintendente Bianchi a presentarsi in audizione nelle varie Commissioni Consiliari, dalle notizie che ci giungono dello smantellamento del Corpo di Ballo, avvenuto attraverso trattative e licenziamenti individuali, ma soprattutto analizzando i dati.

Nel 2012 il bilancio di esercizio della Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si chiudeva con una perdita di 10.282.656 Euro tanto che il Ministero decretò nel febbraio 2013 lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione e la nomina di un Commissario Straordinario, il dott. Francesco Bianchi.

Commissario che ha pensato subito di ristrutturare il costo del lavoro tramite il trasferimento di alcune “eccedenze” di personale ed un nuovo contratto integrativo aziendale, oltre a cercare di rinegoziare il debito verso le banche. Il 2013 si è chiuso con una perdita di 9.303.147 Euro. Nella Relazione sulla Gestione (redatta dal Commissario Straordinario) che evidenzia sinteticamente il ruolo avuto negli incassi degli anniversari di grandi compositori, Verdi e Wagner, Britten e Poulenc ma anche del cartellone del balletto, viene riportata la perdita del valore della Produzione rispetto all’anno precedente, di 4.304.580 Euro (ndr. sono diminuiti altresì i costi).

In ultima pagina, la Relazione dell’organo di controllo, la società di revisione PKF, evidenzia con sconcertante franchezza che “a causa della rilevanza delle incertezze descritte nel precedente paragrafo 3 non siamo in grado di esprimere un giudizio sul Bilancio d’esercizio della Fondazione Teatro Del Maggio Musicale Fiorentino al 31 dicembre 2013”.

Il bilancio del 2014 è ancora più sconcertante e non solo perché i numeri cozzano con le relazioni e le decine di inutili copertine stampate fronte-retro con colori sgargianti (sintomo evidente di un lusso ormai dimenticato negli Enti Pubblici), ma perché si legge a pagina 23: “Questo intervento, secondo quanto previsto dal Piano, aveva lo scopo di predeterminare i costi in carico alla Fondazione, di mantenere i livelli produttivi senza più esporre la Fondazione ai rischi di contenziosi derivanti da richieste di stabilizzazione di personale aggiunto, garantendo comunque la salvaguardia dell’aspetto occupazionale per i 18 tersicorei e abbattere il ricorso inevitabile del personale aggiunto a copertura di organico ridotto”.

Allarmante la Relazione del Collegio dei Revisori che da pagina 69 ci avvisa: 

“Costi per servizi. L’importo di Euro 9.881.374, comprensivo dei canoni per utenze, pulizia dei locali, premi assicurativi, manutenzione dei locali ed impianti… agli onorari per incarichi (770 mila) è in aumento rispetto all’anno precedente di oltre il 38%… dovuto sia alle spese di trasloco… oltre alla necessità di fare ricorso a consulenze esterne al fine di pervenire ad un nuovo e più razionale assetto organizzativo-funzionale dei Servizi, in particolare della Direzione Amministrativa. Sull’ultimo punto, circa l’esigenza così come rappresentata, questo Collegio nutre qualche perplessità, riservandosi ogni opportuno approfondimento per quanto riguarda la competenza 2015”

- “Proventi e oneri finanziari. Gli interessi ed altri oneri finanziari maturati dalla Fondazione al 31.12.2014 ammontano a Euro 2.456.676 in notevole aumento rispetto all’anno precedente in cui gli oneri finanziari verso le Banche, Istituti di finanziamento ed altri creditori si erano attestati su Euro 1.721.851. Pertanto l’aumento degli oneri, a tale titolo, nel 2014 è stato del 41,75% rispetto al 2013”.

“Altri debiti. Sommariamente elencati  pag.50 della Nota Integrativa, pari a Euro 17.242.189, anch’essi in leggero aumento rispetto al 2013, testimoniano una volta di più, la difficile situazione finanziaria dell’OF in particolare nei confronti dei dipendenti, verso Equitalia, verso artisti per mancato pagamento di prestazioni professionali relative al 2014 e precedenti. Manca un’elencazione ancorché non analitica delle partite debitorie”

Concludiamo con alcuni passi inspiegabili riportati a pag. 30 nella sezione “Fatti di rilievo accaduti dopo la chiusura dell’esercizio” dove si evince con sorprendente novità che improvvisamente il Nuovo Teatro dell’Opera non ha più bisogno del Corpo di Ballo ed ha iniziato a maggio 2015 la sua dismissione con una campagna di incentivazione all’esodo e licenziamenti individuali”.

Contemporaneamente nella stessa pagina, poche righe più sotto: “Nel mese di giugno 2015 è stato definito con le Organizzazioni Sindacali il nuovo Organigramma Funzionale che prevede la creazione di una linea dirigenziale focalizzata sulle principali aree e l’istituzione di una nuova figura di Direttore Operativo con deleghe sul monitoraggio degli obiettivi del Piano di Risanamento”.

Proprio quello di cui ogni Teatro ha bisogno! 

Licenziamo gli artisti e assumiamo un nuovo Direttore.

Il Comune di Firenze sta avallando con la Delibera in votazione oggi la sua approvazione ad un Piano di Risanamento che pare essere più un Piano di Distruzione del Teatro fiore all’occhiello della nostra Firenze, di una tradizione lirico sinfonica iniziata nel 1933 e di cui si cominciano a vedere già i primi segnali di decadenza.

Inspiegabile la fretta del partito di maggioranza nel concludere la votazione della Delibera prima che il Sovrintendente Bianchi si degni di venire il prossimo 13 ottobre a spiegare il suo Piano ai consiglieri comunali.

Che Dio salvi la Regina e nel nostro caso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

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