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La Firenze Viva

Teatro, Maggio Musicale, Scaletti: “Dovrebbe essere prima di tutto un’istituzione culturale”

Immagine articolo - Il sito d'Italia

“La chiusura del corpo di ballo di Maggio Danza, non può essere liquidata con un ‘non ci sono i soldi’ perché è prima di tutto una perdita gravissima di arte e cultura per la nostra città. Il Festival del Maggio Musicale Fiorentino nacque come espressione di tutte le arti, compreso il ballo. La sua perdita è un’offesa alla tradizione e alla vocazione del Festival stesso e di coloro che l’hanno creato, voluto e difeso”. Lo scrive, in una nota, la Consigliera comunale de La Firenze Viva, Cristina Scaletti, in seguito al dibattito tenutosi ieri in Consiglio comunale.
“L’impressione è che il Maggio Musicale Fiorentino sia sempre trattato in termini strettamente contabili - spiega Scaletti -. La conferenza stampa del Sindaco Nardella e del sovrintendente Bianchi di presentazione e la risposta dell’Assessore Gianassi ieri alla mia interrogazione in Consiglio Comunale riconducono sempre il tema del Maggio a una questione prevalentemente economica. Se l’aspetto della sostenibilità è senz’altro necessario, questo deve essere secondario alla missione culturale dell’Istituzione. Quale è l’idea artistica dietro la progettualità legata al Maggio, come si pensa di sfidare la competitività di altri centri culturali internazionali se manca la visione culturale?”.
“Pensare di affittare gli spazi del Nuovo Teatro per coprire il milione e mezzo dei tre di disavanzo dei costi della nuova gestione rispetto alla vecchia che il Comune si accolla, significa non solo tradire la missione di una fondazione lirico sinfonica, ma anche privare il teatro di settanta giornate, un quinto in un anno, con inevitabili ricadute su produzione e programmazione” argomenta la consigliera. Che aggiunge: “Mi domando se questo sia coerente con le normative che disciplinano il rapporto tra Comune, Fondazione lirico sinfonica e Teatro dove essa ha sede”.
“In tutto questo, immaginare persino di fonderne la gestione con quella di Firenze Fiera o della Leopolda non è un venir meno ulteriore della vocazione culturale, dove la diffusione dell’arte musicale, la formazione professionale dei quadri artistici e l’educazione musicale della collettività dovrebbero rappresentare l’elemento sostanziale?” conclude Scaletti.

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