Per capire in che modo è possibile e necessario affrontare gli attacchi di panico occorre, in primo luogo, riuscire a identificarli e definirli. Essi possono essere considerati come disagi di natura fisica e psicologica nel corso dei quali si sperimentano sensazioni di paura e di ansia che possono essere accompagnati a disturbi fisici, che non di rado sono invalidanti. L'attacco di panico è una malattia che si sta diffondendo in misura sempre più consistente e pare coinvolgere il sesso femminile in prevalenza rispetto a quello maschile. Si calcola che oltre 3 persone su 100 in tutto il mondo abbiano avuto a che fare almeno una volta con questo problema.
Con la consulenza del Dott. Giorgio Ioimo - psicologo di Firenze - che vanta una lunga esperienza sulle patologie relative ai disturbi d’ansia, entriamo più nel dettaglio e andiamo alla scoperta delle caratteristiche degli attacchi di panico e dei disturbi che sono ad essi correlati. "Ogni attacco può essere identificato come una reazione emotiva rispetto a un pericolo che non è reale ma solo percepito: tale reazione - spiega lo psicologo - è del tutto sproporzionata rispetto all'episodio che la determina, ed è il risultato di una risposta non appropriata alla situazione che viene vissuta dal soggetto. Gli attacchi di panico rientrano nel novero dei disturbi di ansia: essi, infatti, si caratterizzano per sensazioni di disagio, paura e ansia acuta, ma anche per disturbi fisic. In genere i sintomi svaniscono dopo una trentina di minuti, ma il picco di intensità si verifica dopo circa dieci minuti".
Non è detto che gli attacchi di panico siano sempre ripetuti nel tempo: a volte possono restare degli episodi isolati. Tuttavia, se sono reiterati, si parla di un vero e proprio disturbo da attacchi di panico, che deve essere trattato con tempestività; in caso contrario, infatti, questa patologia si può cronicizzare. In genere non c'è una specifica ragione per cui gli attacchi di panico si presentano: essi sono quasi sempre ingiustificati, ed è per questo motivo che chi ne soffre si trova in difficoltà anche nelle più comuni circostanze della vita di tutti i giorni.
Riconoscere un attacco di panico è semplice: i sintomi che lo caratterizzano sono molteplici, ma questo non vuol dire che essi si presentino tutti assieme e nello stesso momento. Un rossore al petto e al viso, un aumento del battito del cuore e lo scoppio di crisi di pianto sono segnali piuttosto indicativi in tal senso, ma è possibile che si avverta anche una difficoltà a respirare accompagnata da una pesante sensazione di soffocamento. L'impressione che stia per succedere qualche cosa di terribile si associa ad angoscia e terrore, ma tra gli altri sintomi frequenti ci sono i disturbi addominali e la nausea. Non è tutto: chi è vittima di un attacco di panico può anche avere la percezione di essere dissociato, e cioè di non trovarsi dentro il proprio corpo, magari per colpa di un formicolio o di vertigini.
Il Dott. Ioimo elenca altri sintomi che si potrebbero riscontrare durante un attacco di panico: "Si va dall'intorpidimento delle mani a quello della bocca o di altre parti del corpo come i piedi o il viso; non è raro, poi, che si sperimenti una sensazione di calore improvviso (o, al contrario, di freddo eccessivo), abbinato a tremori e stordimento. La sudorazione può aumentare, e può subentrare la paura di impazzire o di morire". In circa la metà delle persone coinvolte, inoltre, viene sperimentata la cosiddetta agorafobia, che corrisponde all'evitamento di origine fobica di quelle situazioni o di quei luoghi che si ritiene possano essere la causa degli attacchi. L'agorafobia non è solo la paura degli spazi aperti, ma consiste nell'ansia di ritrovarsi in luoghi nuovi o comunque in posti da cui non ci si può allontanare.
Gli stress emotivi e la familiarità per disturbi di ansia sono due dei principali fattori predisponenti per gli attacchi di panico. C'è da tener presente, inoltre, che alcuni soggetti possono essere particolarmente sensibili nei confronti di specifiche sostanze, come per esempio i cannabinoidi, la cocaina, la teina, le anfetamine, gli ormoni tiroidei, le bevande alcoliche o semplicemente la caffeina.
Il consiglio è quello di non prendere sottogamba le prime avvisaglie di questi disturbi ed avvalersi tempestivamente dell’aiuto di uno psicologo. Ringraziamo il dott. Ioimo ricordando che è disponibile anche per un percorso di psicoterapia breve strategica, riceve a Firenze, ma può suggerire un buon professionista anche vicino alla vostra città. Per entrare in contatto con lui è sufficiente navigare suo sito: giorgioioimo.com troverete tutti i suoi riferimenti.
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