L'ebraico, ma anche l'aramaico e poi l'yiddish degli ashkenaziti, il ladino dei sefarditi, le influenze del greco e del russo, e il dialetto giudaico-romanesco. Tutte le lingue dell'ebraismo saranno il tema della Giornata Europea della Cultura Ebraica, in programma domenica 18 settembre in 74 località italiane. A Firenze l'appuntamento è alla Sinagoga di via Farini che resterà aperta al pubblico e visitabile gratuitamente dalle 10.30 alle 21.00.
Ad aprire la giornata, alle 10,30, i saluti istituzionali del presidente della Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida, del Rabbino Capo, Joseph Levi, della vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni e dell'assessore alle pari opportunità del Comune di Firenze, Sara Funaro. A seguire l'intervento dell'assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Firenze, Laura Forti, sul tema Linguaggi e identità - Il linguaggio tra utopia e realtà. Nel corso della mattinata in programma anche momenti di approfondimento, come la relazione dedicata a Minoranze di ieri e di oggi della vicepresidente Barni nella sua qualità di docente di linguistica educativa all'Università per stranieri di Siena.
Il programma è stato presentato stamani a Palazzo Strozzi Sacrati dalla stessa Barni, che è anche assessora alla cultura, dal presidente Bedarida, dall'assessore alla cultura della comunità ebraica fiorentina Laura Forti. Erano presenti anche Daniela Misul della Comunità ebraica e Sanà Ahmed della Comunità Islamica di Firenze e Toscana che hanno portato un esempio in atto di attività integrata tra culture e religioni differenti attraverso l'esperienza delle Donne per la pace. Un esempio sottolineato da Bedarida, che ha richiamato la tradizione toscana di accoglienza e tolleranza per le minoranze, databile già alla fine del 1500 con le leggi granducali cosiddette Livornine.
La Giornata si svolgerà in contemporanea anche a Siena con un programma di conferenze, mostre e musica. Alle ore 18.00 in via degli Archi, Enrico Fink e l'Orchestra multietnica di Arezzo terranno un concerto titolato "Babele: la diaspora delle canzoni".
La vicepresidente Barni ha poi voluto sottolineare che "oggi nasce la RE.T.E., Rete Toscana Ebraica, primo esperimento di questo tipo in Italia, in cui un'istituzione regionale affianca le comunità ebraiche nel costruire un percorso condiviso di collaborazione. Un modello che potrà forse trovare altre applicazioni a livello nazionale, dopo la felice collaborazione che in questi anni ha visto Regione al fianco della Comunità ebraica di Firenze nella costruzione di stagioni culturali di grande successo, capaci di attrarre un folto pubblico e favorire una sempre maggiore conoscenza del mondo culturale ebraico".
"Il progetto, senz'altro ambizioso – ha proseguito Barni - è estendere la collaborazione su tutto il territorio regionale, coinvolgendo attivamente tutte le Comunità ebraiche: Firenze, Livorno, Pisa, Siena, senza dimenticare centri storici come Pitigliano e Monte San Savino. Si tratta di favorire la collaborazione fra i progetti che già sono attivi, come il Balagàn Cafè a Firenze e il festival Nessiah a Pisa, le Giornate della Cultura Ebraica, incoraggiando l'accordo fra Comunità e istituzioni del territorio per promuovere nel triennio 2016-2018 un programma unitario regionale di attività culturali ed artistiche, da estendere come dimostra l'esperienza delle Donne per la pace ad altre comunità culturali e religiose".
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