Il giorno dopo l'"uragano" e la tempesta di vento che si è abbattuta su tutta la regione, con raffiche e punte massime fino a 160 chilometri all'ora (e addirittura duecento in Lunigiana), si iniziano a contare i danni.
"Ci vorrà tempo" racconta ai giornalisti nel pomeriggio di ieri il presidente della Toscana Enrico Rossi, che giovedì si è subito recato nella zona dei vivai a Pistoia e ieri nel Mugello a Scarperia e prima in Versilia e in particolare a Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi e Querceta.
"I sindaci – aggiunge - stanno facendo le prime stime: qualcuno ci ha informato che non ha ancora gli elementi". Ma le associazioni degli agricoltori già denunciano, per i soli vivai di Pistoia, danni per 300 milioni. "Stime che abbiamo verificato – dice Rossi – e che riteniamo coerenti". Altri 100 milioni è il conto che potrebbe arrivare dai Comuni: in novanta hanno già risposto. E quattrocento milioni potrebbe così essere uno scenario alquanto probabile, anche se il dato certo arriverà solo con le certificazioni inviate dalle amministrazioni comunali.
"Quel che è certo – si sofferma più volte Rossi – è che l'uragano che abbiamo avuto non ha solo spettinato i capelli e buttato già qualche pino. Ha avuto un impatto forte sull'economia". Il punto è questo. I vivai di Pistoia da soli contano 1300 imprese e 12 mila addetti. "E molti – dice il presidente - sono in ginocchio".
La Toscana si sta rimboccando le maniche. "Ho visto una grande reazione e tanta solidarietà" dice Rossi. Certo rimangono i chilometri e chilometri di devastazione e serre sfondate e scoperchiate che sfilano lungo l'autostrada passando tra Prato e Pistoia. Rimangono le colline pelate dagli alberi a ridosso della Versilia, le pinete lungo il mare devastate o i giardini di Scarperia in Mugello che si sono fatti d'un tratto brulli. Immagini che il presidente si porta dentro dopo il primo giorno e mezzo di sopralluoghi.
"Abbiamo avuto il nostro 'Katrina' italiano – conclude -, un vero uragano. Per ripartire ce la metteremo tutta, ma questa volta da soli non ce la faremo. Per questo speriamo che il Governo ci dia una mano".
Intanto gli uffici regionali hanno anche predisposto con i tecnici di Arpat un vademecum con le procedure da seguire in caso di rottura di coperture di amianto. Mentre molti degli alberi caduti già si stanno avviando agli impianti e le aziende che le trasformeranno in pellet e biomassa.
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