''Siamo qui dopo quattro anni a fare memoria e rinnovare l'abbraccio di benedizione che abbiamo vissuto allora e ci sono tornate alla mente le Sue parole di Vescovo dette e scritte che consideravano, e tutt'oggi considerano, quell'atto 'privo di ogni valore ed efficacia', alle quali abbiamo pensato e ripensato ma ancora una volta non possiamo fare altro che dire alla Chiesa, di cui facciamo parte che non riusciamo a riconoscerci e a condividere quelle Sue parole''. Cosi' scrivono in una lettera al cardinale Giuseppe Betori, il prete don Alessandro Santoro, Sandra Alvino, la donna nata uomo presidente dell'Associazione italiana transessuali, e il compagno Fortunato Talotta. La missiva e' stata inviata per il quarto anniversario della 'benedizione matrimoniale' tra Alvino e Talotta. ''Lei - scrivono gli estensori alla Chiesa, rivolgendosi a Betori - considero' quest'atto una simulazione di sacramento, appoggiandosi al Codice di Diritto Canonico e facendo forza sulla Sua 'sicurezza' dottrinale''. E, riferendosi alla recente intervista di Papa Francesco su Civilta' Cattolica, il prete don Santoro, Alvino e Talotta dicono che ''a noi sembra che queste parole siano la via maestra con cui le comunita' cristiane, i vescovi e la chiesa nel suo insieme dovrebbero, con spirito sinodale, confrontarsi sugli atti e sulle scelte che viviamo come Chiesa. Ed e' proprio alla luce di queste indicazioni che continuiamo a pensare che alla benedizione matrimoniale di Sandra e Fortunato debba essere riconosciuta la dignita' di sacramento. E allora come pensare non esista e non valga quell'atto di matrimonio ufficiale firmato con fede e convinzione dagli sposi, da me come celebrante, e dai due testimoni quattro anni fa? Che cosa bisogna farne di quell'atto?''. Nella lettera si riporta che ''oggi, nella celebrazione eucaristica della Comunita', insieme abbiamo ribadito che una storia d'amore fedele e' un sacramento di per se', che l'atto d'amore vissuto con loro il 25 ottobre di quattro anni fa supera il diritto e la legge sempre e comunque, e che la loro unione e' benedetta e consacrata''. ''Ancora una volta, e questa volta in maniera aperta e pubblica, - prosegue il testo - Le chiediamo di poter cominciare a dialogare e confrontarsi come Chiesa in spirito sinodale su questa specifica questione e su come dare dignita' di accoglienza vera nella chiesa alle diverse e varie relazioni d'amore''.
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