Si parla sempre della necessità e dell'importanza delle campagne d'informazione e di una corretta e consapevole educazione sessuale che si vorrebbe importare anche nelle scuole, salvo poi restare nelle intenzioni o affidarla a docenti di 'buona volontà' e 'dubbia competenza'. Certo con i tagli alla scuola parlare di un insegnamento specifico suona davvero come un 'lusso' per un Paese che tutto sommato ne ha sempre fatto a meno. E se poi qualche Preside si assume tale responsabilità, fioccano le polemiche. Senza parlare poi dell'eterna dialettica tra religiosi e laici. Nette e senza possibilità di appello le parole di Benedetto XVI che ha affermato che”l'educazione sessuale è contro la fede”. Ma forse sarebbe corretto chiedersi anche fino a che punto 'sapere' preserva davvero. L'età in cui si hanno i primi approcci con il sesso si è abbassata a 14 anni e certo è difficile tutelarsi quando si è poco più che bambini. Ma, e qui sta la vera quastione, la situazione non migliora se si sposta lo sguardo verso il mondo degli adulti. L’ultima indagine di GfK Eurisko testimonia che la contraccezione in Italia viene per così dire “dimenticata” dalla metà delle donne italiane, una percentuale che nella nostra regione scende a un terzo del campione: praticamente una donna su tre in Toscana non usa precauzioni. Volendo restare al solo territorio toscano, l'indagine ha rilevato che il 42% delle donne fa uso di contraccettivi ormonali (pillola, anello, cerotto), mentre il 17% utilizza metodi di contraccezione non ormonali (preservativo, coito interrotto, altri metodi naturali). Ora se si eccettua che circa un terzo di coloro che “non prendono precauzioni” lo fa perché desideroso di una maternità, i restanti due terzi delle donne interessate si espongono chiaramente al rischio di una gravidanza indesiderata. A tal proposito un’ulteriore problema si registra sul fronte della 'pillola del giorno dopo': l’Associazione 'Vita di Donna', che ha messo su un servizio per la contraccezione d’emergenza, registra che circa il 50% delle donne che ne fanno richiesta si vedono rifiutare la prescrizione del farmaco da parte del medico (quasi sempre per la 'causola di coscienza'che questi può esercitare). Dunque perchè la contraccezione viene cosi spesso “bypassata” dalle donne? La risposta che viene data in proposito è che i contraccettivi presentano le più disparate 'controindicazioni': i metodi non ormonali non permettono di vivere serenamente la propria sessualità (ad es. “il condom interrompe il momento di passione”), quelli ormonali invece oltre a poter dare fastidiosi effetti collaterali (spesso fino a creare veri e propri rischi per la salute) richiedono la non dimenticanza dell’assunzione. Intanto, quasi a far fronte a questi alibi, giunge la scienza medica con la presentazione proprio oggi di un nuovo metodo anticoncezionale che potrebbe da un lato risolvere il fastidioso problema della 'dimenticanza' e dall’altro ridurre quelli che sono i rischi per la salute. Si tratta di Nexplanon un contraccettivo ormonale dalle dimensioni molto ridotte (2mm x 4cm) da impiantarsi, da parte del ginecologo, sotto la cute del braccio della paziente. Il dispositivo, senza alcuna controindicazione sanitaria (in quanto non a base di estrogeni), ha una durata di 3 anni durante i quali non ci si deve più preoccupare della contraccezione e può essere rimosso in qualsiasi momento con una leggera anestesia locale e senza traccia alcuna di cicatrici. Tale dispositivo faciliterà l’abitudine all’uso della contraccezione? O andrà semplicemente a sostituire i metodi già esistenti senza di fatto abbassare la percentuale di donne che giornalmente si espone a rischio di gravidanza indesiderata?
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