Oggi Fatih Terim sarà allo stadio Franchi, insieme a Claudio Ranieri ed altre glorie viola, per le celebrazioni dei 90 anni della Fiorentina. L'ex tecnico ha allenato a Firenze nella stagione 2000-1 e ieri sera ha incontrato i giornalisti per un'intervista dove non solo ha ripercorso i mesi trascorsi alla Fiorentina, ma ha dati spazio a temi di attualità del calcio.
“Sono molto contento di essere tornato a Firenze e di aver avuto questo invito – ha detto Terim – tornare qua dopo 16 anni non è una cosa normale, ma una cosa eccezionale che mi rende orgoglioso e felice. Qua ho lavorato solo 10 mesi, ma sono stati molto intensi. È una cosa molto bella per un uomo essere ricordato. Oggi ho incontrato a pranzo Giancarlo Antognoni, il presidente Cognigni e Gino Salica, ho visto il centro sportivo e lo stadio, è cambiato tutto, è tutto più bello. Ho sentito che è stato presentato il progetto del nuovo stadio e centro sportivo: complimenti al presidente e alla famiglia Della Valle”.
Il calcio italiano vede nuovi investitori che arrivano dall'estero, come il Milan (anch'esso allenato da Terim) che sta passando in mano ai cinesi: “I rossoneri sono una grande società, con la quale ho ancora ottimi rapporti. Berlusconi ai tempi mi ha aiutato tanto. Le società cambiano proprietà per motivi economici e la Cina si sta muovendo in questa direzione per entrare nel grande calcio”.
Il calcio italiano ultimamente ha subito un impoverimento tecnico, è possibile tornare ai livelli degli anni '90 e 2000 solo attraverso le proprietà ricche? “L'importante è che, oltre ai necessari investimenti, ci sia una filosofia corretta: posso avere i migliori giocatori, ma vanno sincronizzati bene. Ci vuole la gestione giusta: economica e tecnica. Perché sono ricordato a Firenze in senso buono? Avevamo una squadra fortissima? No, ma tutto era sincronizzato bene. Se tutti si muovono insieme per un obiettivo avranno dei successi”.
Oggi Terim sfilerà al Franchi prima della sfida col Cagliari: “Sarò molto emozionato, a Firenze c'è un'energia diversa, vivevo la città come un fiorentino, vivevo qui con la mia famiglia. Non mi sono dimenticato dei fiorentini: arrivai e Batistuta era andato a Roma, i tifosi erano arrabbiati, ma mi hanno protetto. Con loro c'è un legame speciale”.
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