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Friday, 01 August 2014 - 20:44
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Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua

Istat 2014 - I numeri sull'acqua certificano il fallimento della gestione pubblico-privata

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Riceviamo e pubblichiamo dal "Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua". «La politica deve ormai fare i conti con il FALLIMENTO della GESTIONE PUBBLICO-PRIVATA del SERVIZIO IDRICO e del CONTROLLO sullo stesso da parte dell’Autorità Idrica Toscana (A.I.T.). Dal Report ISTAT del 2014 sul censimento delle acque per uso civile appare chiaro che i gestori della nostra regione “fanno acqua“ da tutte le parti. Le perdite in rete sono aumentate, dal 2008 ad oggi, del 10%. E, mentre i cittadini hanno ridotto il consumo di acqua, passando da un consumo giornaliero di 241 a 195 litri, i gestori devono prelevarne un quantitativo maggiore, dato che hanno investito poco o niente nelle reti di distribuzione.

 

Gli stessi gestori hanno fatto della depurazione dei reflui il proprio cavallo di battaglia, affermando di dover aumentare le tariffe per sopperire alle carenze esistenti, ed evitare quindi il pagamento di multe salate alla Comunità Europea.

 

Ma sulla questione vanno fatte alcune considerazioni, cominciando a rilevare che se i cittadini hanno ridotto il consumo di acqua (periodo di riferimento 2008/2012) di quasi il 20%, ciò significa che anche gli scarichi fognari si sono ridotti in egual misura. Eppure dai dati ISTAT viene fuori che siamo passati da una quota del 54% di carichi inquinanti trattati nel 2008, a solo il 51% nel 2012. Come si spiega questo dato? Un dato confermato peraltro dal Report ARPAT sul monitoraggio delle acque superficiali destinate alla produzione di acque potabili (triennio 2011/2013). 

 

Come non bastasse, dai controlli che hanno riguardato prevalentemente le province di Firenze, Arezzo e Pistoia, si evince che vi è un netto peggioramento della qualità delle acque (classificazione: A1 = ottime, A2 = decenti, A3 = qualità al limite dell’utilizzo senza deroghe, Sub A3 utilizzabili per uso potabile solo in casi eccezionali). Nessuna stazione di rilevamento ha acqua buona, quelle in classe A3 sono in netto peggioramento, e circa il 30% delle stazioni è in classe Sub A3. Viene quindi potabilizzata un' acqua che potrebbe essere utilizzata solo eccezionalmente, ma che i cittadini sono costretti a bere di norma.

 

Colpiscono poi notizie come quella recente riguardo a Publiacqua spa: su segnalazione di cittadini e di un comitato aderente al Forum dei Movimenti per l'Acqua, un alto dirigente sarebbe indagato perchè la società ha sversato liquami in un borro, nella provincia di Arezzo, nonostante vi fosse un regolare collettore fognario allacciato al depuratore. Viene il dubbio: sarà un caso isolato?

Valutando inoltre che molte attività produttive inquinanti hanno chiuso i battenti per la crisi, che sono diminuiti tutti i consumi alimentari e non, non possiamo che chiederci quali siano stati gli investimenti effettuati dai gestori.

 

Se andiamo a toccare appunto il tasto dolente degli investimenti (considerando che la nostra regione ha l’acqua più cara d’Italia), dalla Relazione del Direttore Generale A.I.T. sul servizio idrico integrato in Toscana nell' anno 2012, veniamo a scoprire che i soldi pagati in tariffa per gli investimenti sono stati utilizzati a tal fine solo in parte. La totalità dei gestori non ha mai realizzato tutti gli investimenti previsti, e se ne annuncia una riprogrammazione: in Publiacqua SpA ne mancano oltre 69 milioni, in Acque SpA 31 milioni, in ASA 21,4 milioni... In compenso, ai gestori sono ben graditi gli investimenti in ristrutturazione delle sedi, telerilevamento del lavoro, benefit per auto di lusso ai quadri e ai responsabili, dei quali sarebbe interessante conoscere anche stipendi e rimborsi spese.

 

E naturalmente le società che gestiscono l'acqua sono invece ben abili a distribuirsi PROFITTI: citiamo per tutte, Publiacqua spa, con 30 milioni di utili netti nel 2013, che rappresentano oltre il 20% del bilancio. Non resta che chiedere quali funzioni di controllo dei gestori svolga l’Autorità Idrica Toscana, e se anche questa non rappresenti l’ennesimo fallimento, frutto di scelte politiche volte solo a mantenere interessi e privilegi dei gestori, piuttosto che tutelare il bene di tutti».

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