Di seguito il programma completo del mese di marzo 2016 del Teatro della Toscana che comprende Pergola, Niccolini e Teatro Studio di Scandicci.
TEATRO DELLA PERGOLA / La stagione di prosa in Sala Grande
fino al 6 marzo (feriale ore 20.45, festivo ore 15.45)
Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana
UNA CASA DI BAMBOLA
di Henrik Ibsen
traduzione, adattamento e regia di Andrée Ruth Shammah
con Filippo Timi, Marina Rocco (nel ruolo di Nora)
con la partecipazione di Mariella Valentini
e con Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore
scene di Gian Maurizio Fercioni
costumi di Fabio Zambernardi
in collaborazione con Lawrence Steele
luci di Gigi Saccomandi
musiche di Michele Tadini
interni curati da Barbara Petrecca
Andrée Ruth Shammah dirige per la prima volta Filippo Timi nel capolavoro di Henrik Ibsen Una casa di bambola. Da regista donna, Shammah indaga il crollo del ‘maschile’ contemporaneo, posando la sua attenzione non sulla donna che si ribella, ma sulla solitudine dei personaggi maschili, che vengono tutti interpretati dall’estro espressivo di Filippo Timi. Nel ruolo di Nora, Marina Rocco.
Giovedì 3 marzo, ore 18, Filippo Timi, Marina Rocco e gli attori della compagnia incontrano il pubblico. Coordina Riccardo Ventrella. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Scritto in Italia da Ibsen nel 1879, Una casa di bambola è sempre stato identificato come il manifesto dei diritti delle donne e del loro ruolo nella società.
La regia penetra negli strati dell’affascinante universo di questa casa, per esplorare la profonda crisi di identità del ‘maschile’ contemporaneo, distanziandosi dalle facili interpretazioni che hanno spesso accompagnato il testo e il personaggio di Nora, la sua protagonista. Nora gioca a fare la bambola per imprigionare il marito nella suo ruolo di maschio, fino a quando si stufa e cambia radicalmente, facendolo precipitare in una profonda crisi. È proprio questo il momento in cui si condensa l’attenzione di Andrée Ruth Shammah, che da regista donna posa il suo sguardo non sulla donna che si ribella, bensì sulla solitudine dei personaggi maschili del testo, tutti interpretati dall’estro espressivo di Filippo Timi. Accanto all’attore umbro, nel ruolo di Nora, per la terza volta protagonista in uno spettacolo di Andrée Shammah, Marina Rocco.
8 – 13 marzo (feriale ore 20.45, festivo ore 15.45)
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Rocco Papaleo
BUENA ONDA
di Rocco Papaleo e Valter Lupo
con Giovanni Esposito
e con
Francesco Accardo, chitarra
Jerry Accardo, percussioni
Guerino Rondolone, contrabbasso
Arturo Valiante, pianoforte
costumi Eleonora Rella
regia di Valter Lupo
Prosegue il viaggio di Rocco Papaleo e dei suoi fidati compagni attraverso il teatro canzone e come nel caso di Una piccola impresa meridionale anche Buena Onda segue l’uscita nelle sale del suo nuovo film Onda su onda. L’avventura, la scoperta, fanno parte della poetica di Papaleo, ma questa volta la meta è più esotica, ai confini del mondo, condivisa con Giovanni Esposito e quattro musicisti dal vivo, Francesco Accardo (chitarra), Jerry Accardo (percussioni), Guerino Rondolone (contrabbasso), Arturo Valiante (pianoforte).
Un teatro a portata di mano, con il desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre. “Entrare in teatro, per me, è come lasciare la terra ferma. È solcare il mare dell’immaginazione, vivere un’esperienza di navigante”, racconta Rocco Papaleo, “per questo il nostro teatro canzone questa volta vuole agire come se si trovasse su una nave, che ci trasporta insieme ai passeggeri/spettatori per affrontare un viaggio che possa divertire e, nella migliore delle ipotesi, emozionare.”
Rocco Papaleo e la sua ciurma promettono una crociera a tutti gli effetti, magari non sfarzosa, ma con tutto quello che serve per comporre un intrattenimento efficace di parole e musica, con tutta l’allegria del mettersi in gioco. Ci saranno ‘marinai’ pronti a tutto per assisterci e la chitarra di Francesco Accardo, le percussioni di Jerry Accardo, il contrabbasso di Guerino Rondolone e il pianoforte Arturo Valiante per ballare e contrappuntare le storie che Rocco Papaleo, ‘il Capitano’, vorrà raccontare.
“Ci sentiamo di promettere una crociera a tutti gli effetti”, conclude Papaleo, “magari non sfarzosa, ma con tutto quello che serve per intrattenere efficacemente. Abbiamo marinai pronti a divertirvi e l’orchestrina per accompagnare le storie del capitano, e tra i passeggeri cercheremo hostess e steward che accetteranno di giocare con noi. La nostra nave si chiama Buena Onda, l’onda buona, quella che solleva e dà sollievo. La “Buena Onda” prospetta di gettare al più presto l’ancora a Firenze”.
15 – 24 marzo (feriale ore 20.45, festivo ore 15.45; riposo lunedì 21 marzo)
Marisa Srl
Anna Marchesini
racconta
CIRINO E MARILDA NON SI PUÒ FARE
di Anna Marchesini
musiche eseguite dal vivo da AIRE DE MAR
Martin Diaz, chitarra
Marco Collazzoni, sax e flauto
Saverio Federici, percussioni
abito di scena Maison Gattinoni
Un grande ritorno sul palcoscenico del Teatro della Pergola. A dieci anni da La cerimonia del massaggio di Alan Bennett, Anna Marchesini narra le avventure del professor Cirino Pascarella e di Marilda, single quarantenne che mamma Olimpia vuole vedere accasata proprio con il timido professore. Accompagnata dalla musica dal vivo del trio AIRE DE MAR, Marchesini conferma con Cirino e Marilda non si può fare le sue doti di grandi affabulatrice, partendo da un testo scritto appositamente per il teatro e tratto dal suo libro edito da Rizzoli, Moscerine – la scrittura è felicità.
Cirino e Marilda non si può fare è l’espressione del talento poliedrico di Anna Marchesini, attrice che riesce a restituire le mille sfaccettature dei personaggi e a far sorridere delle incomprensioni che nascono dall’incontro/scontro di due mondi diversi. Ha saputo reinventarsi e seguire una vocazione di "cantastorie". Cirino Pascarella è un timido professore, un universo sognato più che vissuto, sembra venire sempre da lontano e di non stare mai dove gli accade di trovarsi. È una incantevole figura candidata a essere completamente travolta da quel clamore, quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante. Olimpia, infatti, la tenutaria della Pensione Smeraldo dove vive il professore, è unicamente interessata a sistemare con lui la figlia Marilda, ormai quasi quarantenne, senza tuttavia riuscire mai nemmeno a procurare un approccio col nostro, tanto più che il professore mostra di essere lontanissimo e immune da qualsiasi fascinazione femminile.
“Cirino e Marilda sono due mondi, due voci, si incontrano quasi esclusivamente al di qua e al di là della porta della stanza 12”, afferma Anna Marchesini, “quella porta come un diaframma separa a malapena, senza proteggerlo, lo spazio buio abitato dal professore dalla piena molesta e incontinente di Olimpia, che pare tracimare a ogni istante e travolgerlo”.
Cirino e Marilda sono incantevoli figure candidate a essere completamente travolte da quella turbolenza di emozioni da cui hanno sempre procurato di tenersi distante.
“Con gioia racconto questa storia”, conclude Marchesini, “in un palcoscenico che ho immaginato nudo e senza supporti scenici, per permettere alla voce e al corpo di riscrivere ogni volta la storia, narrando non come un lettore, ma come un attore ogni volta diverso, protagonista della vicenda stessa che non può che viverla quella storia, rappresentarla senza mai conoscerne la fine”.
BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice
TEATRO DELLA PERGOLA / Il Saloncino delle favole
10 – 11 marzo, ore 9.45 e 17.45
IL PRINCIPE DRAGO
Liberamente tratto da Il Drago e la Cavallina fatata delle Fiabe Italiane di Italo Calvino
con gli allievi del Liceo Machiavelli Capponi di Firenze
scene Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze
costumi Maria Giovanni Caselli
musiche originali eseguite dal vivo con orchestra e coro dagli Studenti del Liceo Musicale di Lucca
coreografie Marta Checchi
regia Vincenzo Calenzo (Il Paracadute di Icaro)
Dalla fiaba popolare pisana Il drago e la cavallina fatata, una delle più note della raccolta Fiabe Italiane di Italo Calvino, nasce Il principe drago, un progetto corale in cui gli allievi del Liceo Machiavelli Capponi e del Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze partecipano come attori, musicisti e scenografi alla messa in scena di uno spettacolo vero e proprio. Le repliche delle ore 9.45 sono inserite nel cartellone de ‘Le Chiavi Della Città’.
Una lotta ancestrale tra il bene e il male, in una favola che ha come protagonisti un drago e una cavallina fatata. L’ amore, nonostante venga insidiato dalla furia del drago, continua a palpitare e mantiene vivo il fuoco della speranza e della fiducia fino allo scontro conclusivo e alla definitiva vittoria sulle tenebre.
“Lo scopo del progetto”, spiega il regista Vincenzo Calenzo, “è di creare un processo che abbatta le frontiere fra le discipline, un’occasione che a sua volta diventi una via per aprire il pensiero, per suscitare domande, per incontrarsi. La fiaba è il canale ideale per indagare le dinamiche umane, al fine di ricreare quel momento di incontro necessario per l’uomo come tempo di confronto, di riflessione e di osservazione dell’altro”.
BIGLIETTI
Prezzi
Intero numerato 12 €
Ridotto 10 € (over 60, under 26, Unicoop Firenze, Abbonati Teatro della Toscana (Pergola, Teatro Era, Pergola card)
Ridotto scuole 6 € (info: scuola@teatrodellapergola.com)
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice
TEATRO DELLA PERGOLA / Letture
4 – 5 marzo, ore 21.30 Dino Buzzati_ Berick Traven
11 – 12 marzo, ore 21.30 Omero_ Marco Vichi
Fondazione Teatro della Toscana
QUADERNI
con Marco Vichi e le letture di Lorenzo Degl’Innocenti
Durata: 1h circa.
Farsi raccontare storie è un rito antropologico che ancora oggi ci regala la possibilità di vivere altre vite, in altri mondi; ci aiuta a riflettere sulla nostra esistenza o semplicemente ci rilassa, facendoci abbandonare al suono delle parole. La storia della letteratura è piena di suggestioni sul potere salvifico della narrazione. Quaderni con lo scrittore Marco Vichi e l’attore Lorenzo Degl’Innocenti parte da qui: dalla lettura in pubblico di brani di autori scelti. La formula è vincente e dopo il Teatro Puccini e lo Spazio Alfieri coglie nuovi successi al Teatro della Pergola con la produzione della Fondazione Teatro della Toscana. Il 4 e il 5 marzo, l’11 e il 12 marzo, i due racconteranno Dino Buzzati e Berick Traven, Omero e lo stesso Marco Vichi.
Al pubblico è richiesto di osservare la massima puntualità per agevolare l’ingresso alle altre attività del Teatro e di portare con sé una tazza: ogni sera è possibile assaporare tè, cioccolata calda e pasticcini offerti dalla Pasticceria Silvano e Valentina. Gli incontri sono suddivisi in due parti: Marco Vichi fa un’introduzione durante la quale racconta gli autori selezionati, spiega perché hanno individuato loro invece che altri, quando li hanno letti per la prima volta o cosa li ha colpiti di quelle pagine. Poi si fa silenzio e la scena viene presa da Lorenzo Degl’Innocenti che inizia la lettura dei brani. Protagonista allora diventa solo e soltanto la voglia di perdersi nei libri.
BIGLIETTI
Prezzi
Interi € 5
Ridotti € 3 (over60, under26, soci UniCoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana (Teatro della Pergola / Teatro Era di Pontedera), Sdiaf, possessori di PergolaCard)
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.
TEATRO DELLA PERGOLA / Viaggiare nella Pergola
13 marzo, ore 10/11/12
Fondazione Teatro della Toscana
IN SUA MOVENZA È FERMO
da un’idea di Riccardo Ventrella
testi e regia di Giovanni Micoli
con (in ordine di apparizione) Massimo Manconi, Luca Cartocci, Natalia Strozzi, Fabio Baronti, Sabrina Tinalli, Marcello Allegrini,
in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole
La visita spettacolo nel Teatro della Pergola compie 11 anni e continua a svelare storia, personaggi e segreti del più antico teatro all’italiana. Oltre diecimila presenze per quasi 250 repliche sono i numeri che hanno fino ad oggi premiato un progetto che è diventato un modello per molti altri spazi museali e luoghi storici segnati dalla cifra stilistica della Compagnia delle Seggiole che li racconta e li attraversa insieme ai protagonisti che ne hanno tracciato la storia.
La Pergola è da sempre sede della “Città del Teatro”, un grande opificio autosufficiente nel quale si svolgevano tutti i mestieri della scena; crocevia, luogo di incontro, agorà della Firenze Granducale, grande tempio del melodramma, luogo deputato di mille trucchi e magie, sotto l’egida benevola dell’Accademia degli Immobili, che la costruì e possedette fino al 1942.
In sua movenza è fermo è un viaggio affascinante nel cuore della macchina teatrale, in compagnia delle “ombre gentili” dei personaggi che nel corso dei tre secoli della sua storia hanno reso grande e immortale la Pergola. L’impresario Lanari, l’inventore Meucci, la soprano Barbieri Nini, il macchinista Canovetti e la sarta di Eleonora Duse raccontano le loro vicende a metà fra il sogno e la realtà. Dal vicolo delle carrozze, antico accesso al palcoscenico, al pozzo e ai lavatoi, gli spettatori potranno visitare gli spazi del teatro per arrivare al suo cuore, il palcoscenico, dove si trova il tubo acustico che Antonio Meucci, macchinista alla Pergola, progettò per il teatro.
Come un corpo biologico, il teatro vive in ogni momento soprattutto nei suoi spazi ‘segreti’ e inaccessibili agli spettatori: nei laboratori, nei pressi della macchina scenica, nei sotterranei e nei depositi. Là dove ancora risuonano le voci dei tanti che hanno dedicato la loro vita a questa bruciante passione. Senza apparire sulle locandine, senza lasciar traccia di sé nei libri di storia.
BIGLIETTI
Prezzi
Interi € 15
Ridotti € 12 (per OVER 60, Under26, abbonati Teatro della Toscana, Pergola Card, Soci Unicoop Firenze)
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.
TEATRO NICCOLINI DI FIRENZE / La stagione
8 – 13 marzo (feriale ore 21, festivo ore 16.45)
Compagnia Mauri Sturno
Glauco Mauri Roberto Sturno
QUATTRO BUFFE STORIE
da Pirandello e Čechov
con Mauro Mandolini, Laura Garofoli, Amedeo D’Amico, Lorenzo Lazzarini, Paolo Benvenuto Vezzoso
scene Giuliano Spinelli
costumi Liliana Sotira
musiche Germano Mazzocchetti
regia Glauco Mauri
Durata: 1h e 40’, escluso l’intervallo
Glauco Mauri e Roberto Sturno mettono in scena quattro atti unici di due grandi drammaturghi del secolo scorso: Pirandello e Čechov. Cecè e La patente, Una domanda di matrimonio e Fa male il tabacco, sono Quattro buffe storie che raccontano la vita (di ieri e di oggi) attraverso il genio grottesco di due grandi poeti dell’animo umano, con la leggerezza del sorriso, l’ironia della follia e la comicità dell’assurdo. Oltre a Mauri e Sturno, ne sono interpreti Mauro Mandolini, Laura Garofoli, Amedeo D’Amico, Lorenzo Lazzarini, Paolo Benvenuto Vezzoso. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Liliana Sotira, le musiche di Germano Mazzocchetti e la regia di Glauco Mauri.
“Dire cose utili divertendo”, diceva Orazio. Potrebbe essere il sottotitolo di Quattro buffe storie, spettacolo tratto da quattro atti unici di Pirandello e di Čechov legati dalla “comica follia” di personaggi e situazioni. Il graffio dell’uno e la tenerezza dell’altro si compenetrano tanto profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita a un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo.
Nei folgoranti atti unici di Pirandello la comicità e il grottesco sono lo specchio deformante della realtà, vista con la “pietas” propria del drammaturgo agrigentino. In Cecè il personaggio dell’omonimo atto unico concepito e scritto da Pirandello direttamente per il teatro nel 1913 è il degno rappresentante di una società frivola e corrotta, dove ingannare e imbrogliare è la normalità. Ambientato in una Roma non molto diversa da quella di oggi, invischiata cioè in scandali e allegra corruzione politica, esplode un’insolita, divertentissima “pochade” in cui il cinismo di una circostanza diventa non solo fonte di comicità, ma anche di condanna. Ne La patente vive una delle tematiche più care a Pirandello: il contrasto tra ciò che veramente siamo e ciò che invece gli altri pensano di noi. L’uomo, a volte, per sopravvivere, è costretto a mettersi una maschera che gli è stata plasmata dagli altri. Chiàrchiaro, il protagonista della storia, per i pregiudizi, l’ignoranza e la cattiveria della società, è condannato a una finzione che diventa per lui l’unica risorsa possibile di vita. Dramma e farsa qui convivono in un’amara risata.
Un’ironia grottesca è alla radice sia delle opere immortali di Čechov che di alcuni suoi brevi atti unici come in Una domanda di matrimonio (“scherzo in un atto”, così lo sottotitola lo scrittore). L’invenzione di una comicità al limite dell’assurdo che, rappresentata a Mosca nel 1889, fu definita così da Tolstoj: “Una domanda di matrimonio è la personificazione della comicità”. Anche in Fa male il tabacco (un piccolo capolavoro) il grottesco dona in modo mirabile quella “leggerezza” che, anche nel dramma, Čechov chiedeva ai registi e agli interpreti delle sue opere. Una conferenza sui danni che provoca il tabacco sfocia nella confessione di una vita triste, inutile e meschina. E il grottesco di Čechov diventa poesia.
29 – 31 marzo, ore 21
Teatri Uniti
in collaborazione con Onorevole Teatro Casertano/Institut Ramon Llul
I GIOCATORI
di Pau Mirò
con Enrico Ianniello, Renato Carpentieri, Tony Laudadio e Luciano Saltarelli
collaborazione artistica Simone Petrella
traduzione e regia Enrico Ianniello
Enrico Ianniello mette in scena I giocatori, il nuovo lavoro di Pau Mirò, trentanovenne autore di Barcellona, premio Butaca 2012 come miglior testo in lingua catalana e premio Ubu 2013 come miglior novità straniera. Il formidabile cast vede Renato Carpentieri in scena con Tony Laudadio, Luciano Saltarelli e lo stesso regista Enrico Ianniello.
In scena i quattro uomini condividono tragicomiche frustrazioni e fallimenti giocando a carte, in attesa di un ultimo estremo guizzo vitale. Siamo a Napoli, ma anche ovunque, in un vecchio appartamento in cui la regola è accettare gli insuccessi, propri e altrui, tanto ciò che conta è fare un’altra partita. Un concertato di poesia e ironia, con dialoghi perfetti, in una lingua teatrale che manda in estasi.
I giocatori è un testo dall’atmosfera pinteriana, in delicato equilibrio tra il riso e la tragedia. In un vecchio appartamento, intorno a un tavolo, quattro uomini giocano a carte. La stanza è il rifugio dove il fallimento è la regola, non l’eccezione. I soldi sono spariti da tempo, come qualsiasi possibilità di successo personale. Ma proprio sul punto di toccare il fondo, i quattro decidono di rischiare il tutto per tutto: “rouge et noir”.
‘Come per Chiòve”, spiega Enrico Ianniello, “ho ambientato la vicenda a Napoli, anche se questa volta si tratta di una collocazione esclusivamente linguistica, senza riferimenti geografici precisi. Questa assenza di un luogo definito mi pare una cifra fondamentale dei quattro personaggi raccontati da Pau Mirò: quattro uomini senza un’età dichiarata, senza nome, senza lavoro e senza un vero amore che li faccia bruciare di passione. Quattro uomini che si incontrano, in tempo di crisi, per mettere in gioco l’unico capitale che hanno a disposizione: la loro solitudine, la loro ironia, la loro incapacità di capire”.
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.
TEATRO STUDIO ‘MILA PIERALLI’ DI SCANDICCI / La stagione
1 – 6 marzo (feriale ore 21, festivo ore 16.45)
Fondazione Teatro della Toscana
Teatro Stabile di Napoli
MEDEA
di Euripide
traduzione Maria Grazia Ciani
adattamento Gabriele Lavia
con Federica Di Martino, Daniele Pecci, Mario Pietramala, Angiola Baggi, Giorgio Crisafi, Francesco Sferrazza Papa, Sofia De Angelis, Giulia Horak
e con Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Flaminia Cuzzoli, Giulia Gallone, Silvia Maino, Diletta Masetti, Katia Mirabella, Sara Missaglia, Francesca Muoio, Marta Pizzigallo, Malvina Ruggiano, Anna Scola, Lorenza Sorino
scenografia Alessandro Camera
costumi Alessio Zero
musiche Giordano Corapi; Andrea Nicolini
luci Michelangelo Vitullo
assistente alla scenografia Roberta Montemale
assistente alla regia Giovanna Guida
regia Gabriele Lavia
Durata: 1h e 20’ circa, atto unico
Dopo l’entusiasmante successo della scorsa estate al Teatro Romano di Fiesole la Fondazione Teatro della Toscana e il Teatro Stabile di Napoli presentano al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ la Medea con la regia di Gabriele Lavia. Un lavoro che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita: Federica Di Martino è Medea, Daniele Pecci è Giasone. Lo spettacolo della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche.
Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco (almeno quello che è arrivato sino a noi) protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero. “Medea è una donna tradita”, spiega il regista, “è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Giasone sposa Medea: è come se un signore di Stoccolma sposasse la figlia del re di una tribù dell’Amazzonia, che però ha delle conoscenze che a noi sfuggono”.
La scena si svolge a Corinto, dove Medea vive con Giasone e i loro due figli. La donna ha aiutato il marito nell’impresa del Vello d’oro e abbandonato il padre Eeta, re della Colchide e fratello di Circe. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole offrire sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli così la possibilità di successione al trono. Giasone accetta e abbandona Medea. Federica Di Martino, dopo Le troiane, regia di Federico Magnano San Lio (2008) e Andromaca, di Alessandro Maggi nel 2009, interpreta Medea, mentre Daniele Pecci, attore di cinema e televisione, imponente e tirannico Edipo nel 2013 al Teatro Greco di Siracusa, è Giasone. Mario Pietramala è Creonte, Angiola Baggi la Nutrice, Giorgio Crisafi il Pedagogo, Francesco Sferrazza Papa il Messaggero. Figure di importanza fondamentale per la trama, quali i figli della coppia, interpretati da Sofia De Angelis e Giulia Horak, sono continuamente presenti (tanto nei discorsi dei personaggi quanto sulla scena), senza però mai esprimersi direttamente. Euripide intende avvolgerli in un’atmosfera drammatica, come per mostrare al pubblico il terribile destino cui vanno incontro.
“Medea è un ‘testo’, come si dice, antico”, prosegue Lavia, “antico non vuole dire morto, passato. Al contrario, più è antico e più è vicino a una ‘origine’. L'origine di qualcosa è ciò a partire da cui e per cui una cosa è quella ‘cosa’ che è. L’origine di qualcosa è la sua essenza. Medea, dunque, è più vicina all’essenza del teatro di qualunque testo più recente o, addirittura, attuale”.
Malgrado la disperazione, vista l’indifferenza di Giasone, la donna medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che in realtà è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch’egli il mantello, e muore. Ma la vendetta di Medea non finisce qui: per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui condannandolo all’infelicità perpetua. Creatura di passioni e di istinti che si direbbero disumani se non fosse così potentemente e intimamente donna, Medea è quasi una forza della natura allo stato essenziale, che la ragione serve soltanto a rendere consapevolmente feroce, senza poter imporre alcun freno all’animo indomito. “Medea, che si ripete sempre la ‘stessa’ e mai uguale (poiché cambiano gli attori)”, precisa Lavia, “è ‘contemporanea’ cioè unisce il tempo antico al nostro presente e mette in crisi una certa attualità di oggi, svelandone la falsità. Che cosa è contemporaneo nell’antichissimo? Proprio il fatto che qualcuno lo ‘ripeta’. E per ripetere bisogna apprendere”.
Euripide riesce nella difficile impresa di motivare psicologicamente una donna che è l’antitesi della ragione. Affermandone la dignità, concetto che stava prendendo forma nell’Atene dell’epoca.
Biglietti
Posto unico non numerato.
Intero 18 €
Ridotto 15 € (over60, under26, abbonati Teatro della Toscana, possessori Pergolacard, Soci UniCoop Firenze)
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su http://www.boxol.it/TeatroDellaPergola/IT/?A=160943 e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.
18 – 19 marzo, ore 21
CTB Centro Teatrale Bresciano
GHERTRUDA LA MAMMA DI A.
La donna che volle esser regina nella terra di Amleto
di Davide Rondoni
un progetto di Davide Rondoni e Laura Piazza
con Laura Piazza
regia Filippo Renda
Geltrude, la madre del principe Amleto, è la protagonista di Ghertruda la mamma di A., intenso testo poetico scritto da Davide Rondoni, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, non nuovo a incursioni nel mondo del teatro. Protagonista è Laura Piazza, interprete sensibile, sapientemente guidata dal regista Filippo Renda.
In Amleto Geltrude è un personaggio di non facile interpretazione: travolta dagli eventi non sostiene il figlio, non capisce il suo agire e rimane fedele al nuovo re, il nuovo marito.
In Ghertruda Davide Rondoni immagina che la regina torni agli eventi della sua tragica vita cercando dapprima di difendersi davanti a una giuria immaginaria, di dimostrare la propria condotta impeccabile, poi tentando di condannare gli altri personaggi del dramma: Claudio, Amleto padre, il figlio Amleto e perfino Ofelia. Ma, come ogni colpevole, la regina non desidera altro che confessare per venire condannata, e così finalmente, può ammettere il proprio fallimento.
“Nessuno le ha più dato voce”, afferma Davide Rondoni, “agli altri sì, a lei no. Ora ha facoltà di parola. O forse di gèmito, di grido, di latrato e di bacio ancora. Lei la mamma di Amleto. E forse di noi. Un rischio farla tornare in scena. Lei così donna così madre così indomita. I morti dietro la vetrata continuano la loro strana festa. E lei ora dice: vi racconto io come sono andate le cose, come vanno nella storia di Amleto e di voi figli”.
Il testo si pone nel solco della tradizione dei monologhi di Testori, groviglio di religiosità e carnalità. Un cortocircuito tra l’alto lirismo e i rumori, irriverenti e dissacranti, della città metropolitana. Rondoni ha voluto donare questo monologo alla sua interprete, Laura Piazza, giovane attrice che ha lavorato con grandi registi, da Albertazzi a Calenda, da Carmelo Rifici a Claudio Longhi. Ghertruda è dunque espressione di una “alleanza”, di un itinerario di ricerca dai due intrapreso sul teatro di poesia militante e sulla parola poetica a teatro.
1 – 2 aprile, ore 21
Teatri Uniti
in collaborazione con Ex Asilo Filangieri/la Balena, Accademia Amiata Mutamenti, Laboratorio Memini, ’A Puteca
TITANIC THE END
ideazione e regia Antonio Neiwiller
in una visione di Salvatore Cantalupo
con Salvatore Cantalupo, Carmine Ferrara, Massimo Finelli, Amelia Longobardi, Ambra Marcozzi, Claudia Sacco, Sonia Totaro, Chiara Vitiello
luci Cesare Accetta
direzione tecnica Lello Becchimanzi
Durata, 1h, atto unico
Salvatore Cantalupo ripropone sulle scene Titanic The End, spettacolo che recitò con Antonio Neiwiller. Si racconta di naufraghi in attesa, in fuga, o forse entrambe, e di ciò che queste anime vagabonde, reiette, profughe possono incarnare. Un marinaio, un gruppo di emigranti, una nave che è anche una balera, con un gioco di luci e girotondi che incanta per forza e semplicità. Titanic The End è un’opera universale che affronta l’eterno viaggio dentro noi stessi e verso l’altro, l’esterno, lo sconosciuto.
“Titanic the End debuttò nell’aprile del 1984 a Napoli al Teatro Nuovo per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. È stata un’esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all’arte. Neiwiller è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull’arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti sulla fine di mondi mi colpiscono ancora per l’eccezionale attualità. Trent’anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l’unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire. Sento il desiderio di risalire su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere quelle emozioni, quei suoni, quegli odori. La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un lasciar tracce, così come mi ha insegnato lui”.
Salvatore Cantalupo
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
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