Aule quasi deserte al tribunale di Firenze per l'astensione di due giorni - 27 e 28 giugno - proclamata dall'Unione nazionale delle camere penali a difesa dei principi cardine del giusto processo. Gli avvocati penalisti protestano contro la compromissione del diritto dell'imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova in dibattimento, secondo i principi di 'oralità e immediatezza della stessa'. "E' diritto sacrosanto dell'imputato essere giudicato dal giudice che abbia acquisito le prove in dibattimento", ha detto Luca Maggiora, presidente della Camera penale di Firenze a un'iniziativa nell'auditorium Zoli al palazzo di giustizia di Firenze, alla quale erano presenti anche Eriberto Rosso, segretario dell'Unione nazionale Camere penali, Lorenzo Zilletti, responsabile del Centro Studi "Aldo Marongiu" dell'Ucpi e il professore Giovanni Flora.
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