Gli infermieri della dialisi dell’ospedale fiorentino Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri hanno ricevuto una delle borse di studio intitolate a Franca Pellini, fondatrice dell’Associazione nazionale Emodializzati, dialisi e trapianto.
La premiazione si è tenuta nei giorni scorsi a Bologna. Hanno partecipato al concorso specialisti nefrologi, specialisti in formazione e infermieri: l’incarico richiedeva loro di elaborare un modello organizzativo-assistenziale orientato al miglioramento della qualità della vita dei pazienti nefropatici.
In particolare, sono stati premiati i progetti che hanno meglio interpretato uno dei leitmov dell’associazione “il paziente informato è colui che si cura al meglio”, elaborando un protocollo per l’accompagnamento del paziente in insufficienza renale avanzata verso una scelta consapevole sul tipo di trattamento tra quelli disponibili.
Il gruppo di lavoro della dialisi dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze, ha ricevuto il premio grazie al progetto “Accogliere per accettare”; l’altro riconoscimento è andato alla dottoressa Rossella Ambrosca, infermiera tirocinante presso il Policlinico Umberto I di Roma, con il progetto “Hemo APPétit©: l’APPlicazione per l’educazione nutrizionale del paziente emodializzato”. I complimenti per il riconoscimento ricevuto, sono arrivati anche dal Collegio interprovinciale Firenze Pistoia dell’Opi, dal presidente Danilo Massai, da Francesco Rossi ed Emiliano Carlotti responsabili del Giant (gruppo infermieri area nefrologica toscana) gruppo formato da OPI Firenze Pistoia in collaborazione con tutti gli altri collegi della Toscana.
«Come far sentire sempre viva una persona in dialisi? Con quali strumenti? Grazie a quale organizzazione? E con quali supporti? Sono questi i requisiti in base a cui il comitato ha valutato i progetti presentati dagli studenti in concorso» è stato spiegato nel corso della premiazione.
«Quando Franca Pellini ha avuto l’idea di intervenire a favore dei malati di reni, la situazione in Italia era decisamente drammatica - ha ricordato Giuseppe Vanacore, presidente Aned -. Nel primo opuscolo Aned si parlava di 5mila persone all’anno morte in Italia per insufficienza renale, di questi il 50% sarebbe stato trattabile con depurazione artificiale, ma solo 1.600 persone trovavano posto per accedere alla dialisi. Oggi si contano in Italia circa 1.000 centri dialisi, sia pubblici sia privati, con in cura oltre 40mila persone. Questi traguardi li dobbiamo sicuramente anche all’impegno e alla battaglia portata avanti da Franca; per questo abbiamo deciso di dedicarle un libro, che sia testimone per le generazioni future del lavoro fatto per conquistare i diritti attuali, ma anche per meglio comprendere la necessità di difendere questi diritti per assicurarli a tutti i malati cronici e i dializzati nel futuro”.
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