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Chiesa del dissenso

Don Severino D'Amico, il prete pro-gay trasferito nella natia Basilicata

"Non darei la comunione a chi ha come Dio Berlusconi"
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

"Esprimo il mio parere di enorme soddisfazione per l'approvazione del riconoscimento alle coppie gay e non solo. Mi auguro che l'Italia [...] davanti a tale proposta, sia pronta ad accoglierne il bene che
potrà produrre, eliminando piano piano tanta sofferenza inutile e non dovuta alla condizione gay, ma alla società e parte del clero". Così si esprimeva Don Severino D'Amico nel lontano 2000, il prete controcorrente, il prete diverso.

Alla domanda di Paolo Pellegrini del Resto del Carlino (12-06-2000) se la sua posizione fosse pro-gay per solidarietà o appartenenza, rispondeva: "E’ importante, forse? Il problema non è essere o non essere gay. Come prete però devo essere con loro. Perché sono figli di Dio, e chiedono alla Chiesa una parola che elimini la discriminazione".

Le opinioni del prelato, che osò addirittura paragonare gli omosessuali ai primi cristiani costretti nelle catacombe, portarono scompiglio tra il clero fiorentino.

L'anno scorso è tornato di nuovo alla ribalta delle cronache, stavolta dal pulpito ha attaccato una precisa parte politica, facile immaginare quale. "Non darei la comunione a chi ha come Dio Berlusconi e a chi ha le stesse idee e le vive da leghista". In sintitesi: "Meglio omosessuale che di Destra". Dopodiché con una certa determinazione ha auspicato una presa di posizione forte da parte della Chiesa: "come fece contro il comunismo, quando in Italia emanò senza se e senza ma la scomunica a chi era, professava o simpatizzava comunista". Insomma Berlusconi e Bossi paragonati a Stalin e Pol Pot.

Adesso Don Severino, ordinato sacerdote nel 1984 assieme al vescovo ausiliare Claudio Maniago ed al rettore del seminario Stefano Manetti, ha abbandonato definitivamente la Toscana. I primi di settembre è stato trasferito dalla parrocchia di Calenzano (FI), nella diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa in Basilicata, poco distante dalla Puglia di Vendola.

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