Importavano cocaina dal Belgio e dall 'Olanda per venderla nelle piazze italiane. Poi i proventi del traffico di droga e apertura stati reimpiegati nell'apertura di una macelleria in provincia di Firenze, di una gastronomia, nel pratese, intestate a prestanome. È l'ipotesi della procura antimafia di Firenze che ha dato esecuzione a nove misure cautelari, firmate dal gip Federico Zampaoli, nei confronti di cittadini marocchini e albanesi. Sette persone sono finite in carcere e due ai domiciliari. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, alla intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio.
Sono scattati anche sequestri per le due aziende, intestate a testi di legno, e 130 mila euro tra contanti e conti correnti, presunto ricavato della vendita di droga. Nel corso delle perquisizione, scattate all'alba di oggi, gli investigatori della guardia di finanza e dello Scico, hanno scoperto quasi 40 mila euro nascosti nell'abitazione fiorentina di uno degli arrestati. Perquisizioni sono in corso non solo nelle province di Firenze e Prato, ma anche a Milano, Bergamo e Cremona, e sotto il coordinamento di Eurojust, anche a Rotterdam, in Olanda, dove vive un marocchino per quale il stato è spiccato un mandato di arresto europeo.
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