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diritti

Magherini, "Sulla tortura, contro l’impunità serve l’impegno di tutti". Grande partecipazione al convegno in ricordo di Riccardo

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

“Oggi è il compleanno di Riccardo e Riccardo è, ormai, un simbolo che ci ricorda che non esiste progresso e non esiste società civile che non abbia come prima pietra il rispetto dei diritti umani”. Nelle parole dell’avvocato Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Magherini e delle famiglie Cucchi e Aldrovandi c’è il senso del convegno “Tortura in Europa e in Italia: una questione di diritti umani”, organizzato dall’Associazione “Riccardo Magherini”, Amnesty International Italia e Arci Firenze, che si è appena concluso presso la Robert F. Kennedy International House of Human Rights di via Ghibellina a Firenze e che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone.

 

Nei loro interventi, i relatori hanno individuato nell’impunità delle forze dell’ordine, nei suoi pericoli e nelle sue declinazioni, il centro della discussione.

Impunità duplice, nel nostro Paese, secondo la definizione che ne dà il professor Graham Smith, distinguendo tra impunità de iure e impunità de facto, nel primo caso “per l’assenza, nei codici italiani, del reato di tortura, mentre nel secondo caso l’impunità riguarda un non corretto svolgimento delle indagini e l’azione di funzionari che si rifiutano di collaborare, proteggendo con omertà i colleghi”.

 

Impunità che è il motore stesso dei reati di tortura “è l’impunità che permette ai perpetratori delle violenze, di poter agire perché non devono render conto delle proprie azioni” e che, continua Graham Smith, “per essere cancellata, ha bisogno della mobilitazione dei cittadini, dell’attivismo della società civile”.

Società civile che è chiamata, come ha ricordato la presidente di Arci nazionale Francesca Chiavacci, a far pressione, insieme alle associazioni già impegnate da anni sul tema, sulle Istituzioni affinché affrontino “con coraggio e laicità di pensiero il tema dei diritti umani. Nel nostro Paese, in tutti i casi che ci siamo trovati ad affrontare – ha detto Chiavacci – ha prevalso una sorta di 'ragion di Stato' per cui si tende a rimuovere, a oscurare, delegando e relegando la discussione e la battaglia per il riconoscimento dei diritti all'impegno di familiari coraggiosi."

 

Impunità che è strettamente legata all’abuso di potere e che deve essere rimossa, prima di tutto per rispondere a un bisogno delle stesse forze di polizia, perché siano davvero democratiche e assolvano al proprio dovere di protezione dei cittadini, come ricordato anche da Lorenzo Guadagnucci con riferimento al G8 di Genova del luglio 2001: “Una seria legge sulla tortura serve, soprattutto, al corretto funzionamento di uno Stato democratico. È un'esigenza delle forze di polizia per prime."

Ma quella dell’impunità, in Italia, sul tema degli abusi delle forze dell’ordine è una cultura ben radicata, resa possibile, come ricordato da Simona Filippi dell’Associazione Antigone da un atteggiamento omertoso, che poggia sulla paura, da parte delle vittime, di vedersi costrette al silenzio oppure, come ricordato in più interventi, trattate come carnefici, rendendo i processi per abusi assimilabili a quelli per mafia e per stupro. Cosa accaduta anche a Riccardo, come ricordato dal giornalista Matteo Calì, nella sua puntuale ricostruzione dell’evento, ricordando come Riccardo per ben due mesi sia stato accusato quasi di essere “assassino di se stesso”.

 

Tanti gli spunti della giornata, “tra regole non rispettate e regole che non ci sono”: dal rivedere gli standard su modalità di arresto e fermo, sull’uso delle armi, agli identificativi sui caschi e, ancor prima, sull’introduzione del reato di tortura. Reato di tortura su cui, a inizio lavori, è intervenuto Riccardo Mazzoni, Vice Presidente della Commissione Straordinaria del Senato per la tutela dei diritti umani, raccontandone l’iter parlamentare e sottolineando come “il rispetto dei diritti umani è garanzia di tutti. Se un esponente delle forze dell’ordine valica i limiti del suo agire, getta fango sulle forze dell’ordine.” Ma, ha ricordato, “il continuo rimpallo tra i rami del parlamento potrebbe far non approvare neppure in questa legislatura un testo sul reato di tortura, e questa sarebbe una sconfitta per tutti .”

Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia durante le conclusioni di questo dibattito che, ha ricordato come la giornata “sia stata definita, nei giorni scorsi, di parte, e in effetti ha dimostrato di essere da una parte precisa: quella dei diritti”.

 

 

Finito il convegno, la giornata dedicata a Riccardo si è spostata al Caffè Letterario delle Murate, per il concerto dei Secondo Appartamento e l’intervento di Ilaria Cucchi, per quella che, come hanno tenuto a precisare Guido e Andrea Magherini, “è una giornata di festa, dedicata al ricordo di Riccardo e al suo compleanno.”

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