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documenti e telefonate

Magherini, prima il maresciallo indagato si fa diagnosi da solo. Poi il medico del Pronto Soccorso conferma. Referto in 7 minuti

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Borgo Ognissanti, comando provinciale dei Carabinieri di Firenze, sono le ore 6 del 3 marzo 2014 ed in quegli uffici in quei minuti c'è confusione e nervosismo. Qualche ora prima è morto durante un arresto di quattro militari dell'Arma un uomo di 40 anni. Riccardo Magherini. I carabinieri hanno già iniziato le indagini su quello che è successo poco prima. Molte persone sono già state sentite.

 

E dopo le testimonianze utili per la ricostruzione finale, viene redatta l'annotazione di servizio dei quattro carabinieri intervenuti in Borgo San Frediano. Sono il maresciallo Stefano Castellano, l'appuntato Davide Ascenzi e i suoi parigrado Agostino Della Porta e Vincenzo Corni. Per loro la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini. Con la stessa accusa rischiano il processo anche tre volontari della Croce Rossa intervenuti sulla prima ambulanza. Per l'appuntato Corni pende anche la richiesta di rinvio a giudizio per 'percosse'.

 

PRIMA LE INDAGINI, POI LA RELAZIONE - I quattro miliari dell'Arma scrivono due pagine di relazione. Quelle che riporteremo virgolettate sono le dichiarazioni del verbale firmato dagli indagati quella notte. In fondo all'articolo, come sempre, troverete l'originale agli atti della procura.

Scriveranno l'annotazione di servizio molte ore dopo l'aver terminato la propria missione. Erano state già effettuate molte attività d'indagine a quell'ora e tre dei quattro carabinieri intervenuti in Borgo San Frediano avevano svolto due interrogatori sui fatti. Castellano aveva sentito a Borgo Ognissanti il pizzaiolo derubato del cellulare mentre Corni e Della Porta, all'ospedale di Santa Maria Nuova proprio accanto al cadavere dell'uomo, avevano interrogato una delle volontarie della Croce Rossa intervenute sul posto.

In quell'interrogatorio dirà che Magherini respirava all'arrivo della prima ambulanza. Quando invece è evidente anche dagli atti come l'uomo si trovasse già in una fase di arresto cardiaco. “Quell'interrogatorio è stato svolto in condizioni allucinanti” denuncerà poi il legale della donna, l'avvocato Massimiliano Manzo.

 

LA CHIAMATA - Ma quella relazione riassume i fatti di quella sera. L'invio intorno alle 1.10 del 112 della prima 'gazzella' con Castellano e Ascenzi a bordo che interviene in San Frediano per un uomo che necessita di aiuto.

 

IL RUSSO ED IL NAPOLETANO - La macchina dei militari è fermata da due persone, un giovane russo ed un uomo napoletano, all'altezza della porta telematica di Borgo San Frediano. Gli indicano l'uomo che corre e chiede aiuto. Saranno gli unici due testimoni citati dai carabinieri nella loro relazione nonostante sul luogo dei fatti, come si nota dai video e dalle altre testimonianze, vi siano altre persone. Assisteranno alle fasi di arresto a distanza di pochissimi metri.

 

L'ESAGITATO E' INGINOCCHIATO E GRIDA AIUTO - Magherini viene individuato “Gridava aiuto”, “era in un grave stato di alterazione”, “aveva la camicia sbottonata e i pantaloni lunghi”. I due carabinieri sollecitano la seconda 'gazzella' e chiamano un'ambulanza. Provano ad “avere un dialogo con l'esagitato” che è “inginocchiato” su un marciapiede.

 

IL TELEFONINO - Nel frattempo le due persone che avevano segnalato Magherini si avvicinano all'uomo e gli chiedono un cellulare che lui restituisce subito. I militari si accertano dai due che quel telefono è stato rubato prima da Magherini ad un pizzaiolo.

 

TENTATIVO DI FUGA - Poi l'arrivo della seconda 'gazzella' con Corni e Della Porta e “anche loro tentavano di rassicurare l'uomo”, che poi sempre a detta del verbale avrebbe iniziato un tentativo di fuga. L'azione “era compiuta dagli operanti con le mani alzate, aperte, al fine di evidenziare l'assenza di qualsiasi tipo di mezzo di coazione fisica e, in ultimo, di eventuali intenzioni aggressive. A questo punto improvvisa e violenta era la reazione dell'uomo che aggrediva l'Appuntato Della Porta colpendolo alla testa e scaraventandolo contro una serranda di un negozio (2 gg di prognosi, ndr) al fine di aprirsi una via di fuga; va detto che in questa fase l'uomo presentava bava, alla bocca e abbandonate sudorazione incompatibile con la situazione climatica”.

Ma non con la lunga corsa che ha fatto Magherini quella sera da Lungarno Vespucci verso Oltrarno in almeno due occasioni e con lo stato reale di paura che l'uomo di porta dietro già dal oltre mezz'ora.

 

IL FERMO - Ma tanto “la pronta reazione dell'Appuntato Corni (su cui pende la richiesta di rinvio a giudizio anche per percosse, ndr) impediva la fuga del soggetto il quale veniva temporaneamente bloccato afferrandolo per le spalle; lo stesso si svincolava nuovamente dalla presa ma l'intervento di tutti i militari presenti impediva la fuga al Magherini. A questo punto le fasi della immobilizzazione del soggetto è estremamente convulsa con alcuni dei partecipanti che rovinano a terra, compreso l'esagitato, addosso al quale finivano anche i militari.” Da notare l'uso delle parole. Magherini è esagitato e le fasi di immobilizzazione sono molto convulse. Appare tutto molto riduttivo se si tiene conto che i carabinieri al momento in cui scrivono sono già perfettamente al corrente di quello che è avvenuto. Morte dell'uomo compresa.

 

AMMANETTATO - Magherini viene ammanettato ma solo ad una mano infatti “con un solo polso bloccato dalle manette medesime, utilizzava le stesse come arma improvvisata colpendo alla fronte l'Appuntato Ascenzi che, nella circostanza, riportava lesione alla fronte”. “Divincolandosi” e non usando le manette come “arma improvvisata” diranno decine di testimoni sulla scena specifica.

 

CARABINIERI FERITI - Specificando come “anche gli altri militari impegnati, riportavano lesioni personali a seguito dei colpi e delle violenze ricevute, in particolare: Maresciallo Castellano "contusione alla mano destra" giudicata guaribile in giorni otto s.e.; App. Ascenzi Davide "trauma cranico con verosimile vertigine parossistica benigna traumatica del canale semicircolare sinistro" giudicato guaribile in giorni sette s.e.; App. Della Porta "contusione latero cervicale sinistra" giudicata guaribile in giorni otto s.e.; App. Corni "Trauma distrattivo del primo raggio mano destra, trauma distruttivo del gomito e della spalla destra" giudicato guaribile in giorni dieci s.e.”. Su questo passaggio meriterà attenzione un successivo approfondimento che faremo tra qualche riga.

 

MAGHERINI E' VIOLENTO” - I quattro militari spiegano come “con fatica si riusciva ad avere ragione della violenza del prevenuto che, in ultimo, si riusciva a immobilizzare a terra con manette applicate ai polsi con le mani dietro la schiena e, nonostante tutto, l'uomo anche a terra continuava a scalciare e a divincolarsi. Si ritiene di ribadire che la forza utilizzata dagli operanti è stata assolutamente proporzionata alla resistenza e dalla violenza offerta dal Magherini”. Che è morto proprio durante quell'arresto. Mentre loro hanno riportate lesioni guaribili tra i due e i dieci giorni. Niente di grave insomma. Proprio niente, in confronto ad una vita persa. In confronto al fatto che erano quattro persone contro, e sopra, una.

 

LA PRIMA AMBULANZA - “Alle ore 1.30 circa giungeva sul posto una prima ambulanza il cui personale, composto da soli volontari e privo di medico, non poteva attuare le opportune terapie di sedazione; tuttavia una operatrice, come poi dalla stessa ribadito in sede di sommarie informazioni, verificava che l'uomo respirava regolarmente, tanto che, in attesa del medico, non veniva attuata a suo carico alcuna manovra”. Queste affermazioni sono smentite dai volontari della Croce Rossa. A quei volontari viene esplicitamente detto che quell'uomo ammanettato è pericoloso e se non c'è un medico a sedarlo nessuno può avvicinarsi. Questo è quello che accadrà. E le sommarie informazioni riferite dalla volontaria sono quelle rilasciate nell'interrogatorio ai carabinieri Corni e Della Porta.

 

LA MORTE - “Poco dopo sopraggiungeva l'automedica e, quasi immediatamente, il sanitario si rendeva conto che il Magherini era in arresto cardiaco; pertanto gli venivano praticate tutte le manovre di rianimazione previste che perduravano fino al suo arrivo presso il Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova ove decedeva alle ore tre circa”.

 

Questo è quello che è successo proprio secondo i quattro carabinieri su cui ora pende la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo della Procura di Firenze.

 

IL MARESCIALLO AL PRONTO SOCCORSO DOPO IL VERBALE - Ma cosa succede dopo l'annotazione di servizio? Il maresciallo Castellano va in Pronto soccorso a Santa Maria Nuova. A farsi fare un referto. Ben cinque ore dopo i fatti. Entra alle 6,35 ed esce alle 6,42. In quei sette minuti il dr. Samuele Franca gli farà un'anamnesi, un esame obiettivo, farà applicare un bendaggio al militare e troverà anche il tempo di digitare tutto al computer sul referto medico. Diagnosi: la stessa che si legge sull'annotazione di servizio redatta invece alle ore 6. “Contusione della mano dx conseguente ad azione di servizio come carabiniere”. Prognosi: gli stessi dell'annotazione di servizio scritta alle ore 6. 8 gg. clinici.

 

LA TELEFONATA - Dagli atti emerge anche come il medico del pronto soccorso di Santa Maria Nuova stesse sostanzialmente attendendo una volante con “un altro carabiniere da refertare” che sarebbe arrivata all'ospedale poco dopo con l'appuntato Corni cercato telefonicamente dal medico di Santa Maria Nuova per informazioni sullo spostamento a medicina legale della salma di Magherini. Corni era nella macchina che ha accompagnato Castellano a farsi refertare alle 6.35. Lo dirà l'appuntato Ascenzi nella telefonata delle 6.10 che abbiamo già pubblicato.

 

REFERTO DOPO VERBALE. PERCHE'? - Ma perchè il referto medico del maresciallo Castellano è stato fatto dopo l'annotazione di servizio? Come è stato possibile scrivere diagnosi e prognosi se a quell'ora non era stato ancora refertato al Pronto Soccorso? Perchè se il maresciallo era ferito non è andato subito al pronto soccorso ma anzi ha svolto attività d'indagine? E si può fare un referto medico in 7 minuti in un pronto soccorso? O solo se si indossa una divisa si fa così velocemente? E se non si ha un codice d'urgenza giallo o rosso si passa davanti a tutti ugualmente? Quante persone erano in attesa di una visita al pronto soccorso di Santa Maria Nuova?

 

Anche questo appare un ulteriore dettaglio triste di una vicenda drammatica. Troppe cose quella notte non hanno funzionato. Un uomo è morto durante un arresto. E' morto sotto le mani dello Stato che ha voluto chiudere gli occhi e non vedere cosa succedeva quella notte. Speriamo di sbagliarci.

 

L'ANNOTAZIONE DI SERVIZIO DEI CC - IL REFERTO DEL MARESCIALLO INDAGATO

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