All'epoca dei fatti, nel 2017, il Pd fiorentino rispondeva che "a volte le spy story finiscono in commedia" al consigliere comunale di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi, che chiedeva spiegazioni sulla tassa di suolo pubblico pagata per la Festa dell'Unità.
Addirittura i consiglieri Pd, oltre a minacciare querela, raccomandavano "ai consiglieri di Sinistra italiana di fare politica senza improvvisarsi investigatori privati". Però oggi la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio del responsabile tecnico della manifestazione per le edizioni dal 2014 al 2017, Giovanni Corsi.
L'accusa, come sostenevano i consiglieri comunali, è quella di una presunta truffa da oltre 300mila euro ai danni del Comune di Firenze nel pagamento del canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap) in occasione della Festa provinciale del Pd, al Festa dell'Unità, al parco delle Cascine.
L'indagato, difeso dagli avvocati Alice Pucci e Francesco Gaviraghi, ha chiesto la sospensione del procedimento e la messa alla prova per svolgere lavori socialmente utili, istanza su cui il gup si pronuncerà nel corso dell'udienza preliminare fissata per l'8 giugno.
Secondo quanto spiegato dai suoi legali, il responsabile tecnico non si riterrebbe colpevole, ma avrebbe comunque deciso di chiedere la messa alla prova per porre fine alla vicenda giudiziaria. Per l'accusa, in occasione delle quattro edizioni della festa dal 2014 al 2017 l'indagato, in qualità di responsabile tecnico avrebbe procurato un ingiusto profitto al coordinamento metropolitano di Firenze del Partito Democratico, indicando agli uffici del Comune una superficie di spazio pubblico inferiore a quella effettivamente occupata per la festa.
Inoltre avrebbe quantificato in modo falso la ripartizione tra la superficie occupata da attività commerciali e quella occupata per le attività di altro tipo. Grazie a questo meccanismo, nel 2014 sarebbero stati pagati al Comune 11.999 euro a fronte degli oltre 87.676 dovuti. Nel 2015 14.426 invece di 90.982; nel 2016 8.827 invece degli 88.652 che avrebbero dovuto essere versati; nel 2017 21.934 euro invece di 126.108.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco, come detto, sono partite da un esposto presentato nel dicembre del 2017 da Tommaso Grassi, all'epoca dei fatti consigliere comunale di Firenze riparte a sinistra.
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